Occupazione e imprese giovanili, Italia fanalino di coda in Europa

04 Agosto 10:16 2021 Stampa questo articolo

Allarme next generation in Italia: i giovani occupati nella fascia d’età 15-34 anni, tra il 2019 e il 2020, sono diminuiti di 2 milioni e mezzo e, nello stesso periodo, è aumentata la quota di giovani che non lavorano e non cercano un’occupazione (dal 40% al 50%).

Sono i preoccupanti dati emersi da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulle giovani generazioni in Italia negli ultimi vent’anni.

Ma anche per chi l’impiego ce l’ha, le cose non vanno meglio: tra il 2004 e il 2019 si riducono di oltre un quarto i giovani lavoratori dipendenti (-26,6%) e risultano più che dimezzati gli indipendenti (-51,4%); dato quest’ultimo che, letto insieme alla contrazione di 156mila imprese giovanili e alla “scomparsa” di 345mila giovani espatriati negli ultimi 10 anni, fa capire bene quanto pesino nel nostro Paese gli ostacoli per i giovani all’iniziativa imprenditoriale.

Un quadro sconfortante, confermato, purtroppo, anche dall’analisi comparativa con altri Paesi: negli ultimi vent’anni in Germania i giovani occupati sono diminuiti dieci volte di meno (-235mila contro 2,5 milioni); i Neet nel nostro Paese (giovani che non studiano, non lavorano e non si formano) fanno segnare un record europeo arrivando, prima della pandemia, a 2 milioni, pari al 22% dell’intera popolazione di quella fascia d’età (in Spagna sono il 15%, in Germania il 7,6%).

È evidente, continua Confcommercio, che “la questione demografica e quella giovanile rischiano di indebolire ulteriormente il Paese, anche considerando che nel solo 2019, in Italia, circa 245mila ricerche di lavoro da parte delle imprese sono rimaste senza esito per mancanza di profili professionali adeguati. Ad un quadro così problematico una risposta efficace potrà venire dall’attuazione di quanto è previsto nel Pnrr”.

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