Ora gli aeroporti cercano un nuovo modello di business

24 Giugno 15:43 2022 Stampa questo articolo

La pandemia, la crisi energetica, l’overtourism, la sostenibilità ambientale e le relazioni con i partner (sia vettori sia i fornitori di servizi): in una manciata di anni il settore aeroportuale è stato travolto da eventi e trasfrormazioni che impongono uno sguardo nuovo e una rapidità di azione. Così, almeno in Europa, il dibattito è apertissimo su come coniugare un traffico sempre crescente con la mitigazione dei disservizi e la redditivà dell’intera offerta.

«La grande sfida per gli aeroporti è reinventare il modello economico per poter ritrovare la capacità di investire con una focalizzazione su sostenibilità, digitalizzazione e qualità». Così Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe ha di fatto aperto ieri la 32ª assemblea annuale dell’associazione all’aeroporto di Fiumicino. «Dopo due anni abbiamo finalmente una forte domanda a livello di traffico passeggeri che, però, sta creando qualche difficoltà nella gestione quotidiana e – nonostante il forte recupero dell’intero settore – non vedremo la piena ripresa prima del 2024».

LA CRISI DEL DEBITO

Per Jankovec, però, la sfida più grossa per gli scali è quella a livello economico: «l’incremento dei costi è evidente, così come un fenomeno che vede i ricavi ancora troppo bassi perché il traffico è molto concentrato sui periodi di picco e quindi dobbiamo incrementare e ridimensionare le nostre facilitiy per poter accogliere questi picchi spesso superiori a quelli del 2019».

Il direttore generale di Aci Europa ha messo in risalto anche i problemi finanziari che attanagliano i gestori degli scali continentali: «non hanno avuto grandi aiuti da parte degli Stati, come invece è accaduto per le grandi compagnie aeree che hanno ricevuto 38 miliardi di euro. I sostegni agli aeroporti si sono fermati solo a 4 miliardi. Questo ha provocato un forte indebitamento: rispetto al 2019 siamo arrivati a quota 60 miliardi di euro di incremento del debito per gli aeroporti europei. Come faremo a investire?».

“INUTILE EVITARE I VOLI A CORTO RAGGIO”

Il presidente dell’associazione che raggruppa oltre 500 scali in Europa, Javier Marín, ha invitato le istituzioni, i governi e le autorità di regolamentazione a collaborare a livello continentale con l’obiettivo di supportare e garantire al settore dell’aviazione un futuro forte e sostenibile che passa anche e soprattutto da una sempre maggiore coerenza normativa. Regolamentazione degli slot, diritti aeroportuali, connettività aerea regionale e decarbonizzazione sono stati i temi più importanti affrontati dal presidente.

«I voli a corto raggio rappresentano meno del 2% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo e sono fondamentali per le comunità regionali perché gli permettono di collegarsi con il resto d’Europa e del mondo –  ha detto Marìn schierandosi apertamente contro alcune norme nazionali che vietano l’utilizzo dell’aereo su rotte brevi – Tra l’altro questi saranno i primi a entrare nel processo di decarbonizzazione. Dall’Ue sono stati stanziati 1,7 miliardi di euro di finanziamenti pubblici per accelerare lo sviluppo di aeromobili puliti a corto raggio con l’obiettivo di entrare in servizio entro il 2030. Vietarli pertanto non ha senso».

Quanto al principale rischio nel futuro per il recupero degli aeroporti, Marin ritiene che «la pandemia e il possibile emergere di una nuova variante siano ancora il fattore di rischio preponderante. Sappiamo che le restrizioni di viaggio sono state inefficaci nel prevenire la diffusione del Covid-19. Ciò è stato formalmente riconosciuto dall’Oms e riflette il semplice fatto che ogni volta che viene identificata una nuova variante, questa è già in circolazione a livello internazionale e nazionale da diverse settimane o addirittura mesi. Quindi, mi auguro che non si facciano passi indietro in questo senso».

A fare gli onori di casa, poi,  l’amministratore delegato di Adr, Marco Trocone che ha ricordato come la pandmeia abbia provocato «la crisi più dura che il nostro settore abbia mai affrontato, una crisi che abbiamo fatto del nostro meglio per superare, stando insieme, dove la nostra gente si è tenuta stretta e ora sta facendo la differenza. È lo spirito di resilienza e resistenza che ci porta oggi qui, al Terminal 5 del Leonardo da Vinci, un terminal aeroportuale che, dalla diffusione dell’emergenza sanitaria, è diventato per noi un simbolo dei nostri sforzi, essendo utilizzato soprattutto per voli umanitari e corridoi sanitari soprattutto nei primi mesi critici della pandemia. La nostra volontà ora è quella di ripartire, di favorire il recupero. Mentre affrontiamo con vitalità questa nuova fase, non dobbiamo dimenticare come gli ultimi due anni abbiano impattato drammaticamente sul futuro del nostro settore e in una prospettiva più ampia, anche della nostra società, stimolandoci ad accelerare la progettazione di un nuovo modello di aeroporto che dovrebbe dare priorità a sicurezza e qualità, innovazione e digitalizzazione e, soprattutto, sostenibilità».

TORINO E ROMA SUL TETTO D’EUROPA

Durante la tre giorni dell’evento, infine, sono stati annunciati  i vincitori dei consueti Best European Airport: tra questi sono risultati vincitori sia il Torino Airport (primo classificato nella categoria degli scali fino a 5 milioni di passeggeri) sia l’aeroporto di Fiumicino ( primo nella categoria degli hub con oltre 40 milioni di passeggeri). Per il Leonardo Da Vinci è la quarta volta negli ultimi cinque anni che si posiziona al primo posto tra gli scali europei.

L’aeroporto di Torino, invece si è distinto per la significativa capacità di ripresa messa in atto nonostante la pandemia, ampliando “come mai prima il proprio network voli e contribuendo così alla connettività del territorio. Particolare rilevanza è poi stata attribuita all’intenso lavoro dedicato all’innovazione e alla sostenibilità”.

«Sono orgoglioso e onorato che l’aeroporto di Torino sia stato premiato come miglior scalo europeo del 2022 nella sua categoria – ha detto l’amministratore delegato di Torino Airport, Andrea Andorno – Ampliare in maniera così significativa il network delle destinazioni è stato molto impegnativo, ma i risultati di traffico che stiamo registrando ci confermano che siamo sulla strada giusta per contribuire ancora di più alla crescita del nostro territorio, anche come meta da tanti paesi in precedenza non serviti».

La giuria degli Aci Europe Best Airport Awards 2022 era composta da autorevoli rappresentati della Commissione Europea, Eurocontrol, Sesar Joint Undertaking, International Transport Forum and Ecac. I giudici hanno valutato non solo come gli aeroporti hanno reagito alla crisi, ma anche come stanno innovando concentrandosi sugli obiettivi di sostenibilità del settore aeroportuale, in materia di decarbonizzazione.

L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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