Ota, Diana: «La classe media
continuerà a viaggiare»

Ota, Diana: «La classe media <br>continuerà a viaggiare»
04 Novembre 12:13 2022 Stampa questo articolo

Upscale? No, grazie. Ota Viaggisecondo tour operator italiano per fatturato – ha preso la sua decisione: «Rimarremo ancorati alla classe media, plasmeremo l’offerta mare Italia sulle tasche e le esigenze del viaggiatore comune. Asseconderemo il last minute, pur attivando da gennaio politiche aggressive di advanced booking». A giurare fedeltà alla middle class, in piena coerenza con il democratico dna aziendale, è il direttore commerciale Massimo Diana, reduce da una fiera di Rimini che lo ha incoronato “Personaggio dell’Anno”.

Improvvisiamo un’intervista?
«Non c’è nulla da improvvisare, piuttosto tanto da fare. Siamo al lavoro sull’estate 2023 e la strategia l’abbiamo già stabilita».

Virerete anche voi sugli altospendenti?
«Assolutamente no. Abbiamo riflettuto molto sul tema, ci siamo interrogati, analizzando il mercato italiano e quello incoming. Ci siamo domandati “quanti sono realmente i potenziali viaggiatori uplevel?”. La risposta è stata: “Non così tanti”. Intendiamo specializzarci sempre più sul prodotto di classe media, target per cui Ota vuole rappresentare un punto di riferimento, confidando anche in porzioni di mercato lasciate libere dai t.o. che hanno intrapreso politiche diverse. E poi, dal nostro punto di vista, i due bacini – middle class e alta gamma – possono contaminarsi. Un viaggiatore “ricco” può scegliere di fare una vacanza “media” con un gruppo di amici. Viceversa, un turista comune può decidere di investire una cifra importante per un resort di lusso. Succede anche questo».

L’auspicio è che la vacanza media abbia anche un prezzo congruo. La scorsa estate c’è chi ha speculato sul mare Italia.
«Facciamo i conti con i rincari, dall’inflazione al personale. Tutte le voci di spesa del t.o. sono aumentate anche a due cifre. E, vuoi o non vuoi, una parte di questi costi ricade sul cliente finale. Ma noi ci assumiamo sin da ora un impegno: contenere i rincari nella misura del +10-15%, non oltre. Faremo uno sforzo immenso per questo».

In concreto, come lavorerete per calmierare le quote?
«Assumendoci dei rischi. Trasferendoli dai fornitori a noi stessi, ad esempio con accordi di vuoto per pieno con hotel, navi e voli».

A proposito di voli, l’Ue ha approvato il bando della Sardegna per la continuità 2023-2024. Una bella boccata d’ossigeno?
«Al momento no. Siamo a novembre e dovremmo già avere un piano voli. I t.o. dovrebbero essere già pronti a rispondere alle richieste del mercato. Così non è. Dovremo navigare a vista finché le compagnie aeree non saranno nelle condizioni di programmare la stagione sull’Isola. Questo provocherà inevitabilmente ritardi. Per il futuro, mi auguro davvero che venga coperto l’intero biennio come promesso. Solo in tal caso, il prossimo anno, potremo lavorare con più serenità. Altra questione che mi preoccupa: la riapertura delle trattative per la vendita di Ita».

In che senso?
«La compagine che ora gestisce Ita Airways sta lavorando bene. Con Ota ha stabilito un’ottima partnership. Ed è in piena fase di rilancio. Mi dispiace assistere a questo “passo del gambero” che, a livello operativo, potrebbe riflettersi anche su di noi».

È una questione politica…
«Certo, ne sono consapevole. Ma il nuovo governo deve rendersi conto del valore della filiera e supportarla in toto. Non “aiutarci”, questa parola ha stufato. Bensì sostenere il rilancio delle imprese turistiche che si assumono dei rischi. Dall’esecutivo appena eletto mi aspetto una presa di coscienza in tal senso e azioni concrete».

Nel frattempo Ota fa da sé per sostenersi.
«Esatto. La chiave di volta è andare incontro al mercato. In che modo? Aumentando la flessibilità. Cosa che si traduce in un minimum stay meno rigoroso, più libertà nei giorni di ingresso, alcune concessioni sulla chiusura di pratiche last minute. Ma anche la formulazione di pacchetti differenti dal solito, adatti a coprire la bassa stagione».

L’advanced booking, invece, lo diamo per spacciato?
«No. Anzi, punteremo molto sulle prenotazioni anticipate che restano un ottimo volano per l’estate. A gennaio dovremmo aprire le vendite e lanciare, in tal senso, politiche commerciali molto aggressive».

In questa fase così incerta, qual è la strategia per tenersi stretti gli agenti di viaggi?
«Semplicemente stargli vicino, esserci, farsi trovare quando ti cercano. In una frase: riconoscerli come partner a tutti gli effetti».

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L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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