Parchi divertimento, Ira: «Il comparto è a rischio»

Parchi divertimento, Ira: «Il comparto è a rischio»
06 Luglio 11:41 2020 Stampa questo articolo

A qualche settimana dalla riapertura di buona parte dei 230 parchi divertimento italiani, i numeri registrati, già contingentati in partenza dai protocolli anti Covid-19, stentano a decollare e si attestano ben al di sotto delle aspettative.

“Nonostante i sondaggi a inizio stagione indicassero il generale senso di fiducia del pubblico nei confronti dei parchi divertimento e sebbene le strutture siano perfettamente operative nel rispetto delle regole e della sicurezza, il clima di terrore perpetrato dal governo e dai media sta mettendo a serio rischio l’equilibrio del comparto”, fa sapere l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, secondo cui “il caso emblematico è quello della Lombardia, Regione che, con l’ordinanza 573, ha esteso l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto fino al 14 luglio e, nelle linee guida emanate il 29 giugno ha prescritto l’utilizzo della cuffia copricapo sugli scivoli e nelle altre attrazioni dei parchi acquatici. Due scelte che rappresentano l’ennesima sfida alla resilienza e all’intraprendenza delle aziende del comparto”.

Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia, ha dichiarato: «In qualità di rappresentante del comparto e di Leolandia, che con 1.200.000 visitatori nel 2019 è il parco più importante della Lombardia, mi sento in dovere di richiamare il governo alle proprie responsabilità riferite alle imprese, all’economia e al benessere sociale. Si continuano ad accreditare le tesi, spesso infondate, di un gruppo di consulenti e di virologi catastrofisti, pronti a contestare clinici e scienziati che, sulla base di evidenze concrete, dimostrano il rientro dell’emergenza sanitaria. A loro possiamo perdonare il fatto che non sono economisti, ma non la mancata consapevolezza del terrorismo mediatico che generano le loro dichiarazioni. Queste ultime, che tanto share hanno prodotto negli ultimi mesi, unite all’approccio assistenzialista del governo hanno sostanzialmente paralizzato gran parte dell’economia, in particolare tutte quelle attività che hanno nella socialità il loro punto di riferimento».

Il turismo e tutte le attività legate al tempo libero, conclude Ira, «rendono più felici i cittadini, generano forza, benessere e ricchezza per la nazione. Salvo l’attenzione di due Regioni, come il Veneto e l’Emilia Romagna, e di alcuni Comuni, la politica a livello centrale è stata totalmente assente. Negli altri Paesi Europei, invece, il turismo esperienziale rappresentato dai parchi viene sostenuto e incentivato con decisione. Questa scarsa attenzione sta mettendo a repentaglio un comparto che ha un ottimo potenziale di crescita e che risulta sempre più importante nello sviluppo dell’offerta turistica italiana».

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