Pasqua post Covid, 5 milioni di presenze in Italia

14 Aprile 11:53 2022 Stampa questo articolo

Previsti circa 5 milioni di pernottamenti in Italia per le vacanze di Pasqua. «Nonostante il conflitto russo ucraino e l’aumento del costo dell’energia e dei carburanti spingano le famiglie a essere parsimoniose evitando grandi spostamenti, per le prossime festività pasquali si registra, dopo due anni di restrizioni, una timida ripartenza», dichiara la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli.

Circa 5 milioni di pernottamenti, dunque, fatti registrare essenzialmente dai connazionali che nel 90% dei casi rimarranno in Italia, a fronte del milione di pernottamenti dei viaggiatori europei – francesi e tedeschi in testa – che scelgono le città d’arte italiane.

Resta e si sente la mancanza dei big spender asiatici e americani, così come del turismo dalla Russia e dall’Europa dell’est.

«Ci auguriamo che la Pasqua possa essere solo un primo test verso un recupero più consistente della clientela straniera, che rappresenta una componente fondamentale per il sostentamento delle nostre imprese», aggiunge Lalli.

Anche per Confindustria Alberghi il weekend di Pasqua sembra lanciare un primo segnale positivo per il settore alberghiero, dopo due anni drammatici e le criticità legate alla guerra in Ucraina e agli effetti del caro energia. Tante le incertezze, ma la voglia di viaggiare muove il mercato.

Sul fronte prenotazioni, negli ultimi giorni c’è stata un’effettiva ripartenza che per la prima volta ha visto coinvolte anche le città d’arte, fin qui le più colpite. Numeri lontani dal pre Covid, ma Venezia, Firenze e Roma viaggiano verso il 70-75% di occupazione con punte anche più alte per i due giorni strettamente di Pasqua.

Buone performance, secondo l’associazione, anche per le destinazioni montane. Primi segnali positivi anche dalle destinazioni di mare, ma a fare l’en plein sono le aree interne del Paese, quel turismo che gli anni del Covid hanno permesso di riscoprire o scoprire tra borghi e campagna.

«Qualche settimana fa non eravamo ancora in grado di definire un quadro chiaro della situazione – dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi – Le prenotazioni sono arrivate letteralmente all’ultimo secondo, segnale questo che conferma quanto le incertezze legate al conflitto, al caro energia e al Covid, non ancora debellato, giochino un ruolo fondamentale bloccando di fatto il turismo. È un turismo prevalentemente domestico quello che popolerà le nostre destinazioni a cui si aggiungerà una clientela europea di prossimità. All’appello manca ancora tutta quella porzione di mercato, per noi estremamente importante, ovvero quella proveniente dai Paesi extra Ue».

Questi primi segnali «sono un momento di rinascita per un settore che ha sofferto moltissimo l’assenza di turismo. Certamente 2 o 3 giorni di piena attività non risolvono i gravi problemi che attanagliano il settore, ma fanno segnare una precisa inversione di tendenza e sono un buon viatico per l’estate», conclude Colaiacovo.

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