Patanè contro l’obbligo del visto Ue: «Una follia»

10 Marzo 11:19 2017 Stampa questo articolo

Forte appello di Luca Patanè, presidente di Confturismo, al governo italiano affinché intervenga sulla commissione Eu riguardo all’ipotesi di reintrodurre l’obbligo del visto in Europa per i turisti Usa.

«Si tratta di una follia – ha detto esplicitamente il presidente di Confturismo – che l’Italia pagherebbe più a caro prezzo di tutti i competitor europei sullo scenario turistico, qualunque siano i motivi politici o regolamentari che spingono l’Europarlamento ad andare in questa direzione».

L’Italia è, infatti, diventata la prima destinazione fra i turisti extra-europei che visitano i Paesi dell’area Schengen (cinesi, giapponesi, australiani, americani, canadesi e brasiliani).

Dati Istat alla mano, nel 2015 solo da Stati Uniti e Canada sono giunti in Italia più di 5 milioni di turisti che hanno trascorso nelle strutture ricettive del nostro Paese quasi 14 milioni di notti, oltre il 30% di tutti gli arrivi e presenze di origine intercontinentale.

«Proprio per questo motivo – sottolinea Patanè – è incomprensibile come, fino ad oggi, nessuno in Italia e in Europa abbia sollevato questa questione di cruciale delicatezza per l’economia turistica nazionale che rischia di costarci il 10% di tutti gli arrivi internazionali, per un ammontare calcolabile, per difetto, in oltre 5 miliardi di euro. Nel nostro Paese di turismo si parla tanto, ma quando ci sono questioni davvero importanti da affrontare tutta questa attenzione si volatilizza all’istante».

La vicenda è da oggi all’attenzione di tutto il comparto turistico: dopo mesi di dibattito, infatti,  il Parlamento europeo il 1° marzo scorso ha votato una risoluzione con la quale impone alla commissione di fissare la reintroduzione, almeno per i cittadini Usa, dell’obbligo di visto per l’ingresso in Europa.

L’appello di Patanè si chiude con un esplicito invito al governo italiano: «Mi rivolgo al ministro Franceschini, che recentemente a Berlino ha dimostrato di conoscere bene numeri e dinamiche del nostro settore, perché intervenga con immediatezza, prontezza e tutta la determinazione di cui è capace nei confronti di chi può porre rimedio a questa incredibile disattenzione».

 

 

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