Patanè: «L’Italia non cresce, colpa del Mise»

21 Novembre 09:24 2019 Stampa questo articolo

L’Italia fanalino di coda d’Europa per la crescita del Pil? Per Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet, la colpa è delle istituzioni. A cominciare dal ministero dello Sviluppo economico, che è diventato «un ministero del sottosviluppo, che ha perso la propria vocazione e si occupa solo di aziende senza futuro».

Il primo esempio che viene in mente, manca a farlo apposta, è quello di Alitalia. «O si decide di farne un’azienda che lavora per il benessere del Paese, o altrimenti non vedo oggi una schiera di imprenditori che vogliono salvarla. Alitalia avrebbe bisogno di un vero padrone, nonostante il management in questi anni abbia fatto il proprio dovere», ha proseguito il manager durante la giornata di apertura del BizTravel Forum 2019.

Intanto, i dati di Uvet Analytics presentati nel corso della manifestazione parlano di una previsione di chiusura del 2019 del +2% nel numero di trasferte, con una stima del +5% per il 2020 e del +7,5% per il 2021. Segno di un settore in cui, nonostante tutto, le aziende italiane sono tornate a investire con la spesa destinata alle trasferte di viaggio d’affari aumentata del 6% nel triennio 2017-19 (mentre il numero di trasferte ha registrato un incremento del 12%).

Sul fronte del traffico aereo, nel 2019 le spese sono cresciute del 2%, con le rotte europee e intercontinentali più sviluppate di quelle domestiche. In aumento anche il costo medio per biglietto, mentre sul lungo raggio le principali mete raggiunte sono New York, seguita da Shanghai e Dubai, San Paolo, Hong Kong e Tokyo. A livello europeo, con il 16,4% del totale dei viaggi d’affari, la principale destinazione aerea è rimasta Parigi nei primi nove mesi dell’anno, seguita da Londra, Madrid e Bruxelles.

Per quanto riguarda il treno, l’Alta Velocità continua a crescere tanto che nel 2018, il numero di passeggeri è cresciuto di quasi il 110% rispetto al 2011. In campo alberghiero, infine, rispetto al 2018 il costo medio per room night è aumentato in città come New York, Tokyo, Shanghai e San Paolo, con la Grande Mela che rimane la città nella quale il pernottamento ha un costo maggiore con una media di 329 euro (317 nell’anno precedente).

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Giorgio Maggi
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