Il robot Kate e gli ologrammi
negli aeroporti del futuro

30 Maggio 14:45 2017 Stampa questo articolo

Sarà la tecnologia a salvare il genere umano? Sembrerebbe di sì. Per quanto affascinante, ma anche demonizzata perché invasiva, potrebbe essere lei la chiave per risolvere situazioni spinose. Come la gestione degli aeroporti, destinati a diventare sempre più congestionati e sempre più luoghi sensibili. Ne sanno qualcosa gli studiosi di gestione delle crisi e automatizzazione che si sono riuniti a Bruxelles per l’Air Transport It Summit 2017 di Sita. Con 3,8 miliardi di passeggeri registrati lo scorso anno negli scali internazionali, che diventeranno presto 4, è logico che una delle priorità in tempi di instabilità geopolitica come questi sia la corretta identificazione delle persone e un’analisi certa dei loro effetti personali.

Il centro di controllo operativo, completamente riprodotto dalla Mixed Reality (ovvero la combinazione tra realtà aumentata e virtuale), presentato al summit, è in grado di dare una visione completa costantemente aggiornata, analizzando e interagendo con le operazioni dello scalo: dalla posizione e i movimenti di passeggeri e aeromobili allo stato dei voli, dai tempi di sosta di ogni viaggiatore ai controlli di sicurezza e nelle aree retail ai dati di vendita degli store. All’aeroporto di Helsinki si sta tenendo una sperimentazione con HoloLens, primo computer olografico a funzionamento autonomo che permette agli utenti di entrare in contatto con contenuti digitali e interagire con gli ologrammi nel mondo che li circonda, unendo realtà fisica e realtà digitale in modi prima ritenuti impossibili, per riprodurre l’Airport Operational Control Center (Aocc).

Ma a Bruxelles sono state presentate migliorie anche per i problemi dei passeggeri. C’è ad esempio il Sita AirportConnect Common Use Payment Service, prima soluzione in grado di supportare operazioni di pagamento per diverse compagnie aeree tramite un’infrastruttura tecnologica common use, ovvero condivisa, nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza, anche per i versamenti effettuati con carta di credito. Compatibile con tutti i sistemi di controllo delle partenze adottate dai vettori, il sistema applica la tecnologia a crittografia point-to-point a terminali, applicazioni e processi di pagamento tramite chip card conformi agli standard Europay, Mastercard, Visa (Emv) e Payment Card Industry (Pci). Disponibile dapprima per le postazioni di lavoro Sita AirportConnect, nei prossimi mesi il servizio sarà implementato per supportare i chioschi common-use e le stazioni bag drop.

E se è vero che le code sono uno degli spauracchi moderni, a contribuire a transformarle in vaghi ricordi ci penserà Kate, il robot che dimezza le attese al check in. Creato dai Sita Lab è un vero e proprio chiosco intelligente per il check in, che si muove da solo verso le aree più affollate dell’aeroporto per supportare i desk nel processamento delle pratiche di controllo ed emissione delle carte d’imbarco. Incrociando diverse fonti di dati, come informazioni su voli e flussi di passeggeri, Kate identifica le aree dello scalo in cui il numero di passeggeri rende consigliabile la presenza di più chioschi per il check-in e le raggiunge, alleggerendo l’attesa dei passeggeri.

Connesso tramite wifi ai sistemi della compagnia aerea e dell’aeroporto, senza bisogno di cablaggi o collegamenti fissi, Kate si muove liberamente nell’aeroporto grazie alla geo-localizzazione e alla tecnologia obstacle avoidance, la stessa utilizzata per certi aspirapolvere automatici, che consente di evitare persone e cose. In caso di necessità di ricarica o di rifornimento di pass d’imbarco o etichette per i bagagli, i chioschi tornano automaticamente alle loro docking station.

Ancora in attesa del brevetto, Kate segue le orme di Leo, robot per i bagagli completamente autonomo e semovente lanciato da Sita lo scorso anno, durante la precedente edizione dell’Air Transport It Summit a Barcellona.

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L'Autore

Valentina Neri
Valentina Neri

Giornalista

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