Roma ringrazia la tassa di soggiorno: 200 milioni in un anno

Roma ringrazia la tassa di soggiorno: 200 milioni in un anno
14 Luglio 07:27 2025

Chi trova una city tax, trova un tesoro: 200 milioni di euro per la precisione. Il 2024 da record degli arrivi a Roma fa volare anche gli introiti derivanti dall’imposta versata dai non residenti che trascorrono una o più notti nelle strutture ricettive.

Una somma dovuta ai 180 milioni di competenza pura e ai 20 di arretrati, una decisa impennata rispetto al 2023, quando il Campidoglio aveva incassato 148 milioni, anche grazie al consolidamento dei controlli antievasione.

Nel 2024 su 6mila controlli dei vigili, riscontrate oltre 1.500 violazioni che avevano provocato un “deficit” nelle casse comunali di quasi due milioni, recuperati grazie alla task force della municipale.

E la musica non è cambiata nel 2025: nei primi tre mesi – ricorda il Corriere della Sera – “chiuse 30 strutture abusive, più dei numeri registrati in tutto il 2024, con un trend di crescita del 70%. A incidere in misura più consistente sono gli alberghi che applicano una tariffazione commisurata al prestigio e alla qualità dei servizi offerti: 4 euro al giorno per gli hotel a una stella, 5 euro per un due stelle, 6 euro per un tre stelle, 7,50 euro per un 4 stelle, 10 euro per un cinque stelle. Nelle altre tipologie di alloggi (affittacamere, case vacanze, bed & breakfast) si va da un minimo di 3 euro a un massimo di 6″.

Gli introiti sono stati reinvestiti nei servizi, ha fatto sapere il Campidoglio, in particolare nello sviluppo e valorizzazione del turismo. Per la promozione dei beni, delle attività culturali e la tutela ambientale la spesa complessiva è di 264 milioni, superiore agli incassi della city tax, che comunque offre un bel contributo.

«La città in sé è un’attrazione al di là del singolo sito – ha dichiarato al Corriere Silvia Scozzese, assessora al Bilancio – e un parte importantissima della spesa corrente e della spesa in conto capitale fanno parte della promozione turistica».

«Per questo – conclude – si può ritenere che i proventi del contributo di soggiorno possano concorrere a realizzare interventi ad ampio spettro: dalla valorizzazione ambientale alla manutenzione stradale, dalla modernizzazione della rete di trasporto pubblico alla riqualificazione e al restauro delle fontane storiche».

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