Profuma di Hibiscus (il fiore tipico), odora di frutta tropicale e di spezie Mahé, maestosa e granitica, la più grande delle oltre 100 isole Seychelles ed emblema creolo per eccellenza. Qui l’Oceano indiano circonda i circa 28 chilometri di costa e gratifica i visitatori con più di 60 spiagge avvolte dal sole bollente, la natura è sovrana e la storia, di cui si avverte il segno in ogni angolo, non conosce tempo: Mahé – eldorado dei turisti tedeschi, francesi, russi e italiani – rimase un possedimento francese fino al 1814, poi divenne una colonna britannica e raggiunse la sua indipendenza nel 1976. Il driver Gilly, punta di diamante di Tourism Seychelles e mia ombra durante tutto il soggiorno, nel bel pieno del consueto traffic confiture nei pressi dell’aeroporto, il giorno dell’arrivo, ha manifestato subito il suo orgoglio «creolo e indipendente».
LA PIÙ PICCOLA DEL MONDO
Il mio primo e vero incontro con Mahé – detta “l’isola dell’abbondanza” per via della ricchezza di luoghi – è stato a Victoria, la più piccola capitale del mondo adagiata a nord-est e che trasuda di gioia e sorrisi, di quella semplicità di cui sempre più spesso, per colpa della frenesia quotidiana, capita di dimenticarci.
Giunti in questa minuscola ma vivace città si viene accolti dall’iconica Torre dell’Orologio, riproduzione in miniatura del Big Ben di Londra che è un riferimento per gli abitanti del posto. A brevissima distanza, qualcosa come cinque minuti a piedi, passeggiando tra i vicoli e le abitazioni tinteggiate si giunge al Mercato Sir Selwyn Clarke, costruito su due piani e aperto dal lunedì al sabato, e ci si perde tra banchi di pesce fresco, frutti tropicali di ogni colore e latte di cocco, spezie e fantastiche creazioni di artigianato e souvenir.
Per i più curiosi l’Arul Mihu Navarasakthi Vinayagar è l’unico tempio indù delle Seychelles, a ingresso gratuito: scalzi, si resta inebriati di fumi d’incenso e ci si immerge in statue e prosperosi ornamenti. Nei pressi della Cattedrale dell’Immacolata Concezione sorge la Domus, monumento nazionale costruito nel 1934 per accogliere i missionari cattolici e residenza del sacerdote. Consigliati un giro al National Museum of History e ai Botanical Gardens.
TAKAMAKA, IL RUM IMPERATORE
Da Victoria mi trasferisco a La Plaine Saint Andre, patrimonio nazionale risalente al 1700 dove negli anni Duemila si è insediata la Trois Frères Distillery guidata dalla famiglia D’Offay. Loro producono il rum Takamaka, distillato numero uno nell’arcipelago delle Seychelles, noto e distribuito in tutto il mondo.
La distilleria, non lontana dall’aeroporto internazionale dell’isola, è tappa fissa per i turisti di Mahé: nel 2023, oltre al premio di Best Small Tourism Establishment consegnato dalla Chamber of Commerce & Industry delle Seychelles è stata insignita del Best Distillery Tour all’International Spirits Challenger.
Il cuore pulsante è la Grande Maison, con il museo, la boutique e i suoi mercatini; nello spazio aperto, cosparso di canne da zucchero, piante e giardini, c’è l’area food and beverage con un bar e un ristorante e i punti di rum tasting. In questo autentico paradiso all’improvviso ho fatto amicizia con due speciali esemplari maschi di tartarughe giganti di Aldabra (alle Seychelles se ne incontrano davvero tante!), Taka e Maka, dolcissimi.
Il tour della distilleria – che mostra il processo produttivo delle varie gamme di Takamaka – si può fare in autonomia o in gruppo con guide esperte, e la visita si completa con una degustazione.
IN UN’OASI DI SPEZIE
A un paio di chilometri dalla famosa Anse Royale Beach, a sud, tra le colline in cima al Domaine de l’Enfoncement, si nasconde un’oasi di tranquillità e silenzi impagabili chiamata Le Jardin Du Roi, che deve la sua esistenza al botanico Pierre Poivre e che vanta una piantagione di 35 ettari tra flora e fauna.
Ci si imbatte nel pieno di tipiche rocce di granito, che sono ovunque, persi in mezzo a piante rare (anche medicinali) in un’esplosione di vaniglia, cannella, curcuma, pepe, noce moscata o bamboo. Ci sono addirittura i Lipstick Tree: dai semi rossi di queste piante si ricava l’annatto, colorante naturale, e ovviamente non mancano le palme di Coco de Mer, presenti esclusivamente nelle Seychelles e i cui frutti contengono il seme più grande del regno vegetale. Esistono gli alberi maschili, il cui frutto è allungato, e femminili, nella versione larga e bilobata.
Finito il tour, si può trascorrere del tempo nel ristorantino del Domaine, gustando prelibatezze a km zero e sorseggiando un rinfrescante succo di mango homemade. Deliziose le crêpe con marmellata e spezie.
IL TÈ DELLA REGINA
Prima di dedicarmi a esperienze di trekking e liberarmi tra le più belle spiagge dell’isola ho fatto un salto alla Mission Lodge Venn’s Town, che vanta uno dei punti panoramici più suggestivi dell’isola di Mahé. Un posto ricco di storia, dove i missionari fondarono nella seconda metà dell’Ottocento una scuola per dare istruzione e una prospettiva di vita migliore ai figli degli schiavi liberati.
Di quel complesso rimangono solo rovine sovrastate dalla vegetazione. Nel 1972 la regina Elisabetta II, in occasione della sua visita nell’arcipelago, degustò il tè locale (a Mahé c’è anche la Tea Factory), seduta comodamente all’ombra dell’elegante tettoia in legno che tuttora protegge i turisti dal sole. Dalla radura si ammira il panorama su tutta la costa occidentale dell’isola.
La Mission Lodge si raggiunge facilmente in macchina, percorrendo l’affascinante Sans Souci Road che, dalla capitale Victoria, attraversa il Parco Nazionale del Morne Seychellois, in un susseguirsi di curve nella foresta tropicale fino alla vetta. La più alta supera i 900 metri.
GRANITO, OCEANO E TRAMONTI
Riempiti gli occhi di questa full immersion di natura, storia e cultura, arriva il momento di godersi alcune delle più incantevoli spiagge di Mahé. Sull’isola, tutto intorno, c’è l’imbarazzo della scelta e non è necessario dormire negli hotel più lussuosi per godere delle sfumature di blu dell’Oceano Indiano (in realtà sono in continua crescita i soggiorni nelle tipiche e accoglienti guesthouse, io ho potuto apprezzare La Roussette).
La più popolare è senza dubbio Beau Vallon, sabbia bianca, graniti e tramonti stratosferici quando il sole cala alle spalle delle isole di Silhouette e North. Parecchie le attività da provare, tra immersioni, snorkeling, pesca e anche un po’ di sano shopping nei negozietti lungo il litorale.
Paradisiaca è l’altra nota Anse Royale, così come Intendance, Takamaka, Anse Boileau, Grande Anse e Port Glaud. Tra le mie preferite, invece, Carana, sovrastata da scogli granitici da sogno che cullano bagni indimenticabili.
FOOD A CHILOMETRO ZERO
L’ennesimo dono di Mahé risiede nella bontà della sua cucina, il piatto tipico è il coconut fish curry. I ristoranti che si snodano lungo le coste e nell’entroterra sono speciali. Come Lo Brizan, a Au Cap, che ospita anche una galleria d’arte e ha deliziato il mio palato con tonno alla griglia, hummus di ceci e un gustoso gelato al cocco artigianale.
Ho provato il raffinato Del Place, con vista su Port Glaud, Marengo House, Kafe Kreol – ottimi i crudi di pesce – e il Bravo Restaurant, quest’ultimo nell’artificiale Eden Island, complesso moderno fornito di un grande porto per yacht e con strutture esclusivissime e spiagge private. Nel lussuoso Mango House by Hilton, con Spa, sono possibili cocktail e cooking class da fare anche in compagnia.
SFIDA IN SPIAGGIA ALL’ULTIMO GOL
Ho conosciuto Mahé – ideale abbinata con Praslin e La Digue – in occasione della Fifa Beach Soccer World Cup, vinta dal Brasile, evento sportivo di risonanza mondiale accolto a Roche Caiman nella futuristica Paradise Arena, dove nel corso del torneo si sono totalizzati 88mila spettatori, oltre ai migliaia confluiti nella Fan Zone.
«La World Cup ha portato con sé un’ondata di energia, visibilità internazionale e flussi turistici importanti. L’Italia, in particolare, ha risposto con entusiasmo, confermando l’amore per le Seychelles e rafforzando i legami turistici tra i due Paesi», ha dichiarato Danielle Di Gianvito, marketing representative di Tourism Seychelles in Italia.
Questa Coppa del Mondo è stato un trionfo di emozioni e colori, dove lo sport si è intrecciato armoniosamente con la natura e la cultura locale, creando un’esperienza unica tanto per gli atleti quanto per i visitatori. Questo connubio vincente ha trasformato il torneo in una vetrina globale per il Paese, consolidando l’immagine delle Seychelles come meta d’eccellenza e aprendo nuove opportunità per il futuro del turismo.



