TourismA, metamorfosi del turismo culturale nel report Data Appeal

TourismA, metamorfosi del turismo culturale nel report Data Appeal
27 Marzo 13:02 2023 Stampa questo articolo

È pieno rilancio per il turismo culturale, che già dal 2021 e ancor più nel 2022 ha dato segni di costante e sempre più consistente ripresa in termini di flussi turistici nei 6mila “attrattori” culturali nel nostro Paese. La fotografia la scatta il report di The Data Appeal Company, illustrato da Damiano De Marchi in occasione di TourismA, il salone  dell’archeologia e del turismo culturale svoltosi a Firenze nei giorni scorsi.

I punti forti e le debolezze dell’offerta italiana nel turismo culturale, insieme alle potenzialità della digitalizzazione, sono stati analizzati anche attraverso tre “lenti di ingrandimento” relative a destinazioni-simbolo quali Brescia, capitale della cultura italiana insieme a Bergamo, Cividale del Friuli ed Ercolano. I dati di mercato rilevano una spesa complessiva di 16,1 miliardi di euro nel 2019 che si riducono a 3,3 nel 2021 e 115,2 milioni di pernottamenti contro 23,9 milioni del 2021, con un calo per entrambi gli indicatori del 79% per gli stranieri, mentre le presenze italiane subiscono una contrazione del -29%. La spesa media giornaliera del turista culturale rimane invariata a 139 euro, mentre gli italiani si attestano su una spesa media inferiore, che tuttavia segna un +6% nel 2021 rispetto al 2019.

Cinque mercati principali rappresentano il 55% delle presenze culturali, sia nel 2019 sia nel 2021, con tutti i limiti e i rischi che questo comporta. Il 70% dei flussi internazionali si concentra sull’1% del territorio italiano, un dato che spiega i problemi di overtourism e congestione dei centri urbani che questo comporta per le città d’arte più visitate, a discapito di tutte le altre destinazioni e dei borghi, che rimangono fortemente residuali in termini di presenze.

Scendendo nel dettaglio, dal report è emerso che il 70% dei 115,2 milioni di presenze straniere in vacanza culturale nelle città d’arte italiane nel 2019 si concentra in nove città: Roma 28,3%, Venezia 15,8%, Firenze 10,7%, Milano 6,1%, Napoli 4,5%, Palermo 1,7%, Verona 1,3%, Catania 1,3% e Pisa 1,2%. I numeri cambiano drasticamente nel 2021 con 23,9 milioni di presenze internazionali, ma ripartite sostanzialmente tra le solite destinazioni note: Roma 20,9%, Venezia 16,9%, Firenze 9,8%, Milano 7,3%, Napoli 4,1%, Bari 3,0%, Verona 2,3%, Bologna 2,1%, Torino 1,6% e Pisa 1,3%.

Si nota, oltre al drammatico calo di presenze a causa della pandemia da Covid, la sostituzione di turisti provenienti da Usa e Uk con visitatori da Paesi europei, soprattutto Germania e Francia. I mercati di provenienza principali del 2019 – Usa 15%, Germania 12%, Francia 11%, Uk 10%, Canada 7%, Spagna 6%, Australia 4%, Paesi Bassi 3%, Brasile 3% e Giappone 3% – registrano un 32% di presenze provenienti dal lungo raggio, a dimostrazione che il turismo culturale è la principale motivazione di viaggio verso l’Italia per i turisti internazionali. Roma, ma anche Firenze e Pisa, sono tra le città d’arte che hanno subito il maggior calo nel 2021 a causa del forte legame con il turismo proveniente dai Paesi anglosassoni.

La seconda parte del report ha fornito in anteprima i dati 2022 e le prospettive 2023 su dati elaborati con il sistema proprietario di The Data Appeal Company analizzando oltre 130 fonti online, che comprendono siti come Google, Tripadvisor e le Ota. Per gli attrattori il 97,7% dei contenuti passa da Google, con una forte rilevanza delle schede di profilo attività di Google, spesso sottovalutate dai gestori. Sono 73mila i punti di interesse analizzati da The Data Appeal Company, di cui 6 mila attrattori (musei, monumenti, chiese, piazze ecc.) delle località che rientrano nell’offerta di città d’arte e paesaggio culturale. Una mole complessiva di 11 milioni di dati digitali di cui 1,4 milioni riguardante gli attrattori.

La variazione dei volumi di contenuti ha fatto segnare un +36% per il 2022 sul 2021, solo per la ricettività si tratta di un +75% del turismo pernottante, a testimonianza della ripresa avvenuta nel 2022 sul 2021. Per quanto riguarda i mercati e le tipologie di viaggio è emerso in modo evidente il ritorno dei viaggiatori di lungo raggio e il dato sui viaggiatori singoli, che rappresentano il 14%, e che spesso non trova offerte adeguate. Le prospettive 2023 mostrano, in base ai contenuti digitali, un aumento che segue quello del 2022, per cui le stime sono che il comparto del turismo culturale si riassesterà sui livelli pre-pandemici anche grazie al consolidamento della ripresa del turismo internazionale. Il focus sulle online travel agency (Ota), mostra un +7% di aumento del prezzo su 100 milioni di offerte nel 2022, mentre per il 2023 su 43 milioni di offerte già presenti sulle Ota l’incremento attuale è del 19%, indicatore che ci sarà un aumento del costo della vacanza culturale.

Molto importante per destinazioni e gli attrattori il sentiment index che è emerso dalle tracce digitali e che mostra un tasso altissimo e in ulteriore crescita per gli attrattori, con una media di 91,9/100. Punti di forza sono risultati atmosfera e bellezza di spazi, esposizione, posizione, non male l’accoglienza e la ristorazione, molto meno apprezzati accessibilità, costi e servizi. Male la parte organizzativa, un dato che indica i punti dell’offerta da migliorare, vale a dire i sistemi di prenotazione, gestione, sito web, tempi di attesa.

Riguardo alle location i musei più amati risultano essere Castel Sant’Angelo con un tasso di gradimento di 94,6/100, la Galleria degli Uffizi 92,8, la Reggia di Caserta 92,3, le Gallerie dell’Accademia 91,4, il Museo del Cinema di Torino 90,9.

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