Trasporto aereo, luci e ombre della maxi-ripresa secondo Iata

Trasporto aereo, luci e ombre della maxi-ripresa secondo Iata
04 Agosto 06:55 2023 Stampa questo articolo

“Altamente resiliente, ma meno solido”: così Iata vede il trasporto aereo globale dopo la lunga traversata nel deserto pandemico e  la ripida curva di recupero che sta vivendo negli ultimi 6 mesi.

Un settore, quindi, capace di evolversi e adattarsi alle nuove sfide, ma che allo stesso tempo è più instabile dal punto di vista finanziario e operativo perchè soffre più rispetto ad altri le interferenze “esterne” politiche, economiche e sociali.

L’ultima analisi trimestrale della connettività aerea – elaborata da Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree in un dossier che raccoglie tutte le maggiori tematiche del primo semestre 2023 – mostra come nei primi sei mesi dell’anno la maggior parte dei Paesi in tutto il mondo abbia raggiunto o superato i livelli pre-pandemici.

I dati, però, sono estremamente differenziati tra aeree geografiche e anche all’interno delle stesse: testimonianza, quindi, di quanto sia comunque difficile analizzare le dinamiche del trasporto aereo ragionando su macro-aree dove negli ultimi anni si sono accentuate le differenze tra singoli Paesi.

Cambia la mappa della crescita

Un primo confronto tra i livelli di connettività osservati nel primo semestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2023 mostra per esempio, come un certo numero di Paesi in America Centrale (Panama, Guatemala e Repubblica Centroamericana) Asia e Africa abbiano già raggiunto i livelli di connettività del 2019, grazie a un secondo trimestre da record.

La ripresa in Europa ha assunto, invece, una dinamica a macchia di leopardo: molto bene Italia, Spagna e Grecia; mentre soffrono Germania, Finlandia e Svezia che rimangono perfino sotto all’80% dei livelli rispetto al pre Covid. A pesare sui risultati di questi ultimi Paesi ci sarebbe anche un cambiamento dell’abitudine di viaggio sulle corte distanze e la chiusura dello spazio aereo russo che restringe le possibilità operative.

Nel Sud-est asiatico, invece, si respira aria di super ripresa: Paesi come l’Indonesia e le Filippine si stanno avvicinando già al 90% di recupero della connettività. Il risultato è importante soprattutto perchè  l’Asia è stata l’ultima area a ripartire e la Cina – locomotiva anche nel settore dei viaggi per l’intero continente –  ha riaperto le frontiere ai turisti in entrata e in uscita solo a inizio del 2023.

Mentre Nord America e Medio Oriente viaggiano ormai a ritmi di crescita superiori rispetto al 2019; è l’Africa la vera sorpresa di questo 2023. Non solo i livelli di connettività dei Paesi più forti del continente hanno superato i livelli del 2019, ma la tendenza rilevata da Iata mostra un costante aumento delle connessioni internazionali e intercontinentali che stanno aiutando il trasporto aereo africano a evolversi rapidamente, in linea con le prospettive di crescita economica per i prossimi anni.

Iata prevede, inoltre, che nel 2023 viaggeranno circa 4,35 miliardi di persone, un risultato che sfiora di poco i 4,54 miliardi di passeggeri che hanno volato nel corso del 2019.

I conti della ripresa e i dubbi di Iata

Conti alla mano, però, questa rimbalzo quantitativo ha bisogno di un equivalente qualitativo, ovvero economico. Ed è qui forse che le compagnie aeree globali si scoprono meno solide rispetto a qualche anno fa.

Secondo Iata, infatti, l’utile netto del settore aereo dovrebbe raggiungere i 9,8 miliardi di dollari nel 2023 (+1,2% di margine di profitto netto), ovvero più del doppio rispetto alla precedente previsione di 4,7 miliardi di dollari relativa al dicembre 2022.

I profitti operativi dell’aviation dovrebbero raggiungere i 22,4 miliardi di dollari nel 2023, un risultato enormemente migliore rispetto alla previsione di dicembre di un profitto operativo di 3,2 miliardi di dollari. I ricavi totali, infine,dovrebbero crescere del 9,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli 803 miliardi di dollari.

Tutto bene, se non fosse che secondo Willie Walsh, direttore generale Iata, alla fine alle compagnie aeree resterebbe in tasca molto poco.

«Il ritorno alla redditività netta è una buona notizia anche perchè è stato raggiunto in un periodo di  incertezze economiche. Queste ultime, però, non hanno infierito sul desiderio di viaggiare, anche se le tariffe in rialzo dei biglietti hanno assorbito i costi elevati del carburante – ha ribadito qualche settimana fa il manager – Le compagnie aeree, però, guadagnano in media solo 2,25 dollari per passeggero. Così è difficile riparare i bilanci fortemente danneggiati dal Covid e fornire agli investitori rendimenti sostenibili sul loro capitale».

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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