Un Manifesto per il Turismo
al grido di #ripartiamodallitalia

Un Manifesto per il Turismo <br>al grido di #ripartiamodallitalia
06 Aprile 13:51 2020 Stampa questo articolo

Il tricolore nel logo, le parole di Dante Alighieri a cornice. E la speranza – mai così accorata – di uscire a “riveder le stelle”. Si presenta così il primo Manifesto per il Turismo Italiano, lanciato dall’ormai solido fronte Astoi Confindustria Viaggi e Fto Confcommercio e aperto a chiunque, tra addetti ai lavori, sigle di settore e clienti finali, voglia sottoscrivere la petizione su Change.org per sostenere il settore travolto dall’emergenza coronavirus.

L’hashtag è presto detto, #ripartiamodallitalia, declinato nella pagina web www.ripartiamodallitalia.it, contenitore delle azioni che man mano verranno sviluppate.

Manifesto turismo

Cinque i punti della nuova Carta del travel nostrano, il cui obiettivo è raggiungere la più ampia fetta di pubblico e fare pressing sui palazzi del potere.

  1. Il turismo è l’orgoglio dell’Italia. “Viviamo nel Paese più bello del mondo – si legge – Il turismo rappresenta più del 13% del Pil nazionale, è uno dei principali motori dell’economia, della società e della cultura. Oggi più che mai, dobbiamo proteggere questa ricchezza. Godere di questo nostro immenso patrimonio e sostenerlo sarà tra i contributi più grandi che noi Italiani potremo dare alla nostra nazione”.
  2. Sosteniamo le imprese del turismo e degli eventi. “Al mondo dei viaggi si collegano numerosi ulteriori servizi: dalla ristorazione alla valorizzazione del patrimonio culturale, ai locali di divertimento, dai trasporti ai servizi di guide museali e turistiche, alle agenzie turistiche e di viaggio solo per citarne una piccolissima parte. Un patrimonio dal valore di oltre 232 miliardi a cui si deve aggiunge tutto l’indotto, e che rischia di essere distrutto dalle attuali misure del governo, necessarie per arginare l’emergenza sanitaria del Covid-19”.
  3. Ripartiamo dall’Italia, attiviamo un turismo di qualità. “Solo preservando le competenze, le imprese e le persone del settore sarà possibile garantire a tutti gli italiani e a tutti gli stranieri che vogliono visitare il nostro Paese la possibilità di riprendere a viaggiare in modo sicuro, sereno e consapevole, godendo di servizi qualificati, affidabili, trasparenti”.
  4. Agiamo subito per salvare il turismo italiano. “Il totale blocco dell’attività potrebbe durare per diversi mesi, con una prospettiva di ripresa lenta e lunga. I costi sostenuti dalle aziende e dagli imprenditori per la cancellazione di tutto il lavoro degli ultimi 12 mesi, per fornire supporto ai clienti in viaggio o con vacanze già programmate e da modificare o ripianificare quando sarà possibile, rappresentano un ulteriore peso insostenibile per la gran parte delle imprese coinvolte. Occorre una pronta reazione e un sostegno immediato alle aziende del turismo, che hanno resistito fino ad ora e che altrimenti potrebbero subire danni incalcolabili o non farcela a sopravvivere nei prossimi mesi, con un effetto a catena e un impatto molto negativo sull’occupazione nel settore e conseguentemente sull’economia italiana”.
  5. Il nostro appello al governo e alle istituzioni italiane ed europee. “I firmatari, i promotori e i sostenitori del Manifesto per il Turismo Italiano chiedono dunque al governo azioni forti tra cui la costituzione di un Fondo straordinario di sostegno al mancato reddito per tutte le imprese del settore turismo organizzato mediante finanziamenti a tasso 0 e prestiti a fondo perduto proporzionalmente al fatturato di ogni singola azienda del settore. Questa azione dovrebbe essere associata al prolungamento della cassa in deroga e alla creazione di Buoni Vacanza da utilizzare per l’imminente stagione estiva”.

Tra le aziende del travel che hanno già sottoscritto il Manifesto: Alpitour World, Gruppo Gattinoni, Robintur Travel Group,  Alidays, Bluserena, Futura Vacanze, Giver Viaggi e Crociere, Idee per Viaggiare, Viaggi Del Mappamondo, Naar, Nicolaus-Valtur, Ota Viaggi, TH Resorts, Trinity Viaggi Studio, Uvet e Veratour. E questo è solo l’inizio.

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Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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