Veratour, Broccoli: «Ora cresciamo su tutti i target»

08 Febbraio 07:00 2019 Stampa questo articolo

È forte lo stimolo di una concorrenza «presente, sana» e di livello, come ad esempio quella della Valtur firmata Nicolaus, in un momento in cui la domanda sul mercato «è particolarmente favorevole» e le agenzie di viaggi «sono piene e di conseguenza cariche». Merito anche «della qualità dei network».

Il tu per tu con Massimo Broccoli, direttore commerciale di Veratour, è sotto il segno dell’ottimismo e soprattutto della soddisfazione, con un 2018 che per il tour operator guidato da Stefano Pompili ha di certo superato i 200 milioni di fatturato e il nuovo anno che – trainato dall’early booking – potrebbe non solo portare a 30 il numero di bilanci utili consecutivi, ma far parlare di un nuovo record: «Ad oggi, siamo già al +28%, e da mesi favorevoli come aprile, mi riferisco ai ponti, mi aspetto grandi cose», aggiunge Broccoli.

A dicembre c’è stata l’apertura di Antigua…
«È un Veraclub, questo, che in realtà ci ha preso in contropiede. Non pensavamo a una partenza così positiva: è sempre pieno. Certo, stiamo parlando di una struttura che vanta una posizione invidiabile in quanto si trova su una delle più grandi e belle spiagge caraibiche, la Jolly Beach. Parlando comunque di una fase di startup, ovviamente, andranno apportati dei miglioramenti, in particolare per quanto riguarda il lato alberghiero».

Nell’ultima Convention VeraStore, a Marsa Matrouh, si è parlato di scouting su destinazioni attualmente non servite e poco presenti nell’offerta dei competitor. Come procedono i lavori su questo fronte?
«Ora è davvero complicato dire un nome perché stiamo valutando di tutto e di più. Però, già se pensiamo ad Antigua, la destinazione rappresenta per gran parte un esempio in tal senso. Nel 2019, a parte i tre nuovi villaggi tra Egitto e Tunisia, non abbiamo al momento altre novità in termini di aperture».

Egitto e Tunisia. Ci sarà tanto Nordafrica nel 2019 di Veratour. Quanto vale per voi, ad oggi, questo mercato?
«Sì, uno degli obiettivi del nuovo anno è proprio quello di svilupparsi ancora di più in aree importanti come il Nordafrica, che grazie al suo prorompente ritorno sul mercato traina gran parte delle vendite. La domanda per Egitto e Tunisia è molto forte, e ci sono proprio queste due mete tra le più gettonate di quel 70% che ha optato per l’advanced booking».

Nel mirino, poi, anche una maggiore differenziazione dei target.
«Sto approfondendo il profilo dei millennial, ma contemporaneamente anche quello degli over 18, con cui già lavoriamo molto e qui credo che siamo stati bravi a toccare un nervo abbastanza sensibile (un esempio di spicco è il Veraclub Sunset Beach di Zanzibar, ndr), e della terza età. Dopo il 2019, le intenzioni sono anche quelle di ampliare le strutture dove siamo già presenti e targettizzarle».

I rapporti con i network, invece, come sono?
«Noi abbiamo adottato una politica di concentrazione della distribuzione e sono contento del lavoro che facciamo con i network e anche con le adv VeraStore. Abbiamo siglato accordi, la maggior parte stretti, con tutte le principali reti di agenzie, e con ognuna abbiamo sinergie che possono definire assolutamente positive e diverse. Differenti perché i contratti che firmiamo sono ad hoc, commisurati ai loro progetti specifici. Nell’ultimo periodo i network hanno compiuto un salto qualitativo importante: l’evoluzione è significativa e con loro si creano opportunità concrete».

Ultimo, non per importanza, il tema degli adeguamenti carburante. Alpitour, viste le continue oscillazioni del jet fuel, ha cambiato la sua policy. Quali sono le intenzioni di Veratour?
«Veratour manterrà la sua impostazione classica, considerando anche che ha un catalogo annuale molto lungo. È vero non è semplice rispettare i parametri anche se i cambi sono comunque marginali, ma abbiamo preferito non modificare nulla. Il nostro può essere definito anche arcaico come sistema, ma le nostre agenzie di viaggi sanno come muoversi, preparando bene il cliente. A parer mio, non ci sono grandi sistemi alternativi, se non rivedere i contratti con le compagnie aeree».

 

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Giulia Di Camillo
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