VisitBritain festeggia 50 anni e rassicura sulla Brexit

27 Settembre 13:13 2019 Stampa questo articolo

VisitBritain non frena le ambizioni, nonostante la Brexit: l’obiettivo è raggiungere 40 milioni di visite nel 2020, e quasi due milioni (1,9) saranno italiane. Al momento il turismo conta il 9% del Pil (con un valore di 127 miliardi di sterline) e il 10% dell’occupazione, e per evitare gli scossoni del terremoto “Leave” per Governo ed ente del turismo la parola d’ordine è rassicurare.

ITALIANI POCO PREOCCUPATI. «È vero che c’è incertezza e stiamo ricevendo domande dai clienti europei, ma gli italiani non sembrano avere timori – spiega Cristina Bernabè, regional manager Southern Europe di Visit Britain in Italia – Dall’indagine che abbiamo condotto sul sentiment dei mercati, gli italiani sono tra i meno preoccupati, e non stiamo vedendo un calo degli arrivi».

Tuttavia l’ente rimbocca le maniche: «Stiamo pianificando una campagna rivolta al trade che lavorerà sulla rassicurazione, per comunicare a tour operator, adv (il 25% dei visitatori italiani prenota in agenzia tradizionale), Ota e consumatori tutto ciò che è correlato alle informazioni pratiche».

Il sito di riferimento è quello del Governo britannico, che ha pubblicato le linee guida per i visitatori europei dopo la Brexit in una pagina man mano aggiornata. D’altronde l’Europa è fondamentale: 27 milioni di turisti – circa due terzi del totale – arrivano dal Vecchio Continente. Al momento si sa che, dopo il 31 ottobre, i documenti richiesti per l’ingresso non cambieranno così come non sarà necessario un visto per vacanze e viaggi d’affari. L’ingresso con carta d’identità sarà valido fino al 2021 (almeno questa è l’indicazione attuale) e i possessori di passaporto biometrico potranno usare gli e-gate.

DA KELLOGGS A JAMES BOND: I PRIMI 50 ANNI DI BTA. Intanto, l’Ente ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni: la British Tourist Authority e l’English Tourist Board, oggi conosciute come VisitBritain e VisitEngland, nacquero infatti nel 1969 con il Development of Tourism Act. Da allora si sono avvicendate le campagne che hanno promosso il Regno Unito secondo le sue diverse attrattive: il primo co-marketing fu con Kelloggs nel 1979, poi come tappe importanti sono seguiti i Silver e Gold Jubilee della regina Elisabetta II, l’inaugurazione del World Travel Market nel 1980.

È toccato a Harry Potter e la pietra filosofale aprire, nel 2001, il filone del turismo cinematografico (mentre Skyfall e James Bond nel 2012 hanno rappresentato la prima campagna integrata di digital marketing), e si ricorda anche la campagna milionaria (100 milioni le sterline stanziate dal governo) che dal 2010 e per quattro anni ingaggiò star e icone del calibro di Judi Dench, Rupert Everett, Jamie Oliver e Twiggy.

PASSIONI E CITY BREAK PER L’AUTUNNO. Ora per il secondo anno VisitBritain si concentreà su “I travel for”, la campagna che punta a individuare le principali passioni dei viaggiatori verso lo Uk per ispirarli a prenotare un viaggio nel breve periodo. Cultura, nuove scoperte, nuovi racconti, inaspettato e relax sono i filoni della campagna che vuole spingere sia attrazioni note che destinazioni meno conosciute.

In Italia per l’autunno il focus della promozione sarà sui city break verso le destinazioni direttamente collegate con l’Italia, come Liverpool, Manchester, Glasgow, Bristol, Edimburgo e naturalmente la stessa Londra: «Lanceremo una campagna nel mese di ottobre, digitale e sugli altri nostri canali, insieme a easyJet come partner commerciale, annuncia Cristina Bernabè». Nel 2018 le visite italiane sono state 1,8 milioni: si tratta di una crescita del 2% rispetto all’anno prima, ma la spesa è calata del 7% a 784 milioni di sterline.

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Mariangela Traficante
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