Voli post Covid, atterra a Londra il primo passeggero con Iata Travel Pass

Voli post Covid, atterra a Londra il primo passeggero con Iata Travel Pass
18 Marzo 12:33 2021 Stampa questo articolo

Con l’arrivo all’aeroporto di Heathrow di Londra del primo viaggiatore a bordo di un aereo di Singapore Airlines che utilizza l’app Iata Travel Pass per gestire le proprie credenziali sanitarie di viaggio, si può dire riuscita la prima sperimentazione del documento di viaggio aereo progettato per far ripartire il trasporto aereo.

«Il successo dell’implementazione di IataTravel Pass attraverso questa prova sperimentata con i passeggeri di Singapore Airlines – ha commentato il ceo di Iata, Alexandre de Juniac – dimostra che la tecnologia può aiutare in modo sicuro, conveniente ed efficiente i viaggiatori e i governi a gestire le credenziali sanitarie di viaggio. Il significato di questo per il riavvio dell’aviazione internazionale non può essere sopravvalutato».

Soddisfazione espressa anche da  Jo Ann Tan, vicepresidente senior di Singapore Airlines, che ha dichiarato: «Le credenziali di salute digitale saranno essenziali con la riapertura dei confini e la progressiva eliminazione delle restrizioni di viaggio in tutto il mondo. L’implementazione di successo dello Iata Travel Pass riflette l’obiettivo di Singapore Airlines di utilizzare soluzioni digitali sicure per verificare le credenziali sanitarie e supportare un’esperienza di viaggio sicura e senza interruzioni per i nostri clienti».

Nel corso di questo periodo di prova  i passeggeri sui voli Singapore Airlines da Singapore a Londra possono utilizzare Iata Travel Pass per creare una versione digitale del passaporto sul proprio dispositivo mobile, ed  inserendo i dettagli del volo, si conoscono in tempo reale le restrizioni in atto e i requisiti di viaggio, ricevendo anche i risultati dei test certificati con la conferma di aver assolto a tutti i requisiti per potersi muovere tra i Paesi.

Ora il passaggio successivo è la standardizzazione di questo modello con i provvedimenti dei governi, come dimostra  il progetto del Digital Green Certificate presentato al Parlamento Ue in questi giorni.

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