Web tax, dal 2019 debutto in Francia e (forse) in Italia

18 Dicembre 15:25 2018 Stampa questo articolo

La Francia segue le orme dell’Italia annunciando che dal 1° gennaio 2019 introdurrà la prima web tax nazionale, con un’aliquota fissata al 3%, che riguarderà soprattutto i colossi online, a partire da Google, Amazon e Facebook. Se il governo transalpino sembra avere le idee chiare, però, in Itaia manca ancora l’ufficialità.

A Parigi la decisione è stata annunciata dal ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, che punta a far entrare nelle casse dello Stato almeno 500 milioni di euro all’anno.

Nel dettaglio saranno tassati i ricavi generati “dalla pubblicità, dalle piattaforme e dalla vendita di dati personali”. La misura dovrebbe far parte del disegno di legge sulla modernizzazione dell’economia noto come Legge Pacte.

Anche l’Italia, infatti, da novembre scorso ha già adottato una web tax con la legge di Bilancio 2018 (in attesa del decreto attuativo del Mef per l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2019) che prevede una tassa del 3% sul valore della singola transazione: tale importo verrebbe “trattenuto” direttamente dai clienti all’atto del pagamento della fattura e il luogo di imposizione corrisponderebbe a quello nel quale si trova l’utente al momento in cui l’imposta diventa esigibile. Per l’ok definitivo, però, occorre attender il testo ufficiale della manovra, ancora in corso di definizione.

CAOS IN EUROPA. Mentre sul versante Europeo la discussione sulla web tax dovrebbe riprendere subito dopo le festività. Va ricordato che il progetto su questa imposta è fermo al Consiglio Ue da novembre scorso per la netta contrapposizione tra i paesi-membri: tra i favorevoli l’Italia, la Francia, la Spagna, mentre tra i contrari figurano l’Irlanda, la Svezia, l’Olanda, l’Estonia e la Repubblica Ceca. Defilata la posizione della Germania che non ha ancora assunto una posizione precisa.

Da ricordare che nel marzo scorso era stata presentata una proposta per stabilire una tassa europea del 3% sui guadagni delle aziende con un fatturato globale superiore ai 750 milioni di euro e un fatturato generato in Europa pari almeno a 50 milioni di euro.

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Andrea Lovelock
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