Agenzie vs vettori: i nodi del travel all’assemblea Fto

Agenzie vs vettori: i nodi del travel all’assemblea Fto
14 Luglio 11:42 2023 Stampa questo articolo

Dai ristori Covid al nodo low cost, passando per la carenza di personale. L’assemblea nazionale di Fto – svoltasi nella prestigiosa sede della Fondazione Luigi Rovati a Milano – ha affrontato tutti i temi più caldi che interessano il turismo organizzato in questa fase di ripartenza.

Il tema dell’assemblea era sintetizzato nel titolo “Connessioni. I mille sensi del turismo organizzato”, a sottolineare la capacità del viaggio di connettere le persone con i luoghi e la storia. Ma anche, da parte di Fto, di intessere relazioni trasversali con istituzioni e stakeholder nell’interesse della filiera e riallacciare rapporti diversi che siano utili al sistema turismo nel suo complesso, per esempio con le compagnie aeree.

Proprio sul rapporto tra agenzie di viaggi e compagnie aeree si è concentrato l’intervento del presidente, Franco Gattinoni, che ha rilanciato la battaglia contro lo strapotere low cost in Italia e la richiesta di istituire un fondo di garanzia per i vettori.

«È stato chiesto al ministero di ripristinare il fondo di garanzia per una cifra di 5 milioni di euro, che sia definitivo sui vettori, e che una piccola quota di quanto versato dalle compagnie aeree ai comuni venga destinata ad alimentare questo fondo, in modo che il sistema sia un po’ più garantito», ha ricordato Gattinoni.

Tutto l’intervento del presidente è stato incentrato sull’operato all’insegna del fare e della concretezza, facendo il punto sulle varie attività a favore della categoria portate avanti sui diversi tavoli ministeriali – del Turismo, dei Trasporti, del Lavoro, del Mise – per far fronte ai problemi di varia natura emersi nel dopo pandemia, dalle storture generate dalle compagnie aeree low cost alla carenza del personale, dal rinnovo del contratto nazionale del turismo alla formazione delle giovani leve.

Il tutto comunque inquadrato in uno scenario di deciso rilancio «con un inizio di stagione scoppiettante, ma con gli ultimi due mesi che, sebbene ancora positivi, ci hanno un po’ preoccupati. Perché non sempre la voglia di vacanza coincide con la disponibilità finanziaria delle famiglie, a causa anche di un aumento dei prezzi, dovuto soprattutto al volato».

L’indagine sul rapporto adv-vettori

Senza troppi giri di parole, è chiaro che il problema dei voli e delle tariffe aeree sia ormai diventato un nodo cruciale per il comparto. Come confermano i risultati di un’indagine condotta tra un centinaio di associati Fto, da cui emerge che il 96% delle agenzie ha avuto problemi con le compagnie aeree nell’ultimo anno e che nel 76% dei casi questo ha avuto un impatto importante sul prosieguo della vacanza del viaggiatore.

Tra le maggiori difficoltà riscontrate in caso di disservizio, il 65% degli intervistati segnala che il vettore si è limitato a indicare un link, lasciando al cliente o all’agenzia l’onere della riprotezione.

Il 43% riferisce che a fronte di un volo cancellato la compagnia non ha offerto la scelta tra rimborso o riprotezione. Nel 18,3% dei casi, addirittura il vettore ha rifiutato il rimborso dei costi di trasferimento da e per l’aeroporto quando il cliente ha acquistato a proprie spese un pernottamento. Il 36,6% delle agenzie ha poi dovuto ricorrere a un legale per far valere i diritti dei passeggeri o recuperare le somme anticipate.

L’affondo sul sistema low cost

Tra le compagnie aeree, Ryanair si aggiudica la maglia nera con il 68% di segnalazioni, seguita da easyJet con il 40% e da Wizz Air con il 34%. Dalla poco lusinghiera classifica, sembrerebbe che siano soprattutto le low cost a venir meno alla normativa di tutela dei passeggeri, ma in realtà l’87% delle agenzie ritiene che il peggioramento riguardi anche i vettori legacy. La stragrande maggioranza (92,7%) comunque concorda sul fatto che la situazione, soprattutto con le low cost, sia peggiorata dopo la pandemia.

«Non possiamo accettare il perpetuarsi del comportamento delle compagnie aeree, soprattutto delle low cost, che non collaborano con il resto della filiera – ha commentato Gattinoni – Non manca occasione in cui Fto non si sia mosso per riallacciare rapporti diversi con questi vettori utili al turismo organizzato, perché abbiamo assistito a delle situazioni di monopolio su alcune destinazioni e a una flessibilità di prezzi pazzesca, che non ha alcun senso, con tariffe esorbitanti che non sono sopportabili, oltre a cambi senza preavviso della programmazione dei voli, per cui non le chiamerei più low cost ma solo low service. E invece noi abbiamo bisogno di continuità, di sapere che costo dobbiamo ipotizzare per fare i pacchetti turistici per i nostri clienti».

I nodi lavoro e contratti

Altro tema fondamentale è quello del lavoro, perché la carenza di personale nel post pandemia è dovuta anche a un diverso modo di intendere l’impiego rispetto a prima, non più in linea con le necessità del settore. Quindi va ripensato l’intero processo della formazione, del reclutamento e del recupero di attrattività di un settore che, più di altri, necessita di persone, nuove risorse che vanno pagate di più.

«In tal senso sarebbe utile che il governo immaginasse una riduzione del cuneo fiscale e contributivo a beneficio delle imprese e delle buste paga nel comparto – ha aggiunto il presidente – A breve affronteremo il rinnovo del contratto, che andrebbe rivisto senza preclusioni e adeguato ai tempi, perché quello vecchio ha più di 40 anni ed è stato fatto quando concetti come smart working e rivoluzione tecnologica nemmeno esistevano».

Durante l’evento milanese, inoltre, è stato annunciato che la prossima assemblea nazionale di Fto si terrà in Israele a gennaio 2024.

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Maria Grazia Casella
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