Aiav a Franceschini: “Subito aiuti concreti di facile accesso”

12 Ottobre 10:46 2020 Stampa questo articolo

In una lettera rivolta al ministro del Mibact Dario Franceschini, il presidente di Aiav Fulvio Avataneo esprime tutta l’angoscia di un’intera categoria e lancia l’appello affinché il governo emani subito misure concrete e di semplice accesso per sostenere migliaia di agenzie di viaggi che ormai stanno chiudendo i battenti.

Nella lettera, Avataneo scrive: “Egregio ministro Franceschini, pur apprezzando sinceramente gli sforzi che il governo sta conducendo per salvaguardare contemporaneamente sia la salute pubblica che l’occupazione e il lavoro degli imprenditori, e plaudendo allo stanziamento a fondo perduto dei 265 milioni di euro ai quali viene affidato il ruolo di “salvagente” per agenti di viaggi, tour operator, guide e accompagnatori turistici, non posso fare a meno di esternare il mio pensiero attraverso questa lettera. Da più settimane non passa giorno senza che io non riceva comunicazioni da parte di agenzie di viaggi, nostre associate, costrette a cessare l’attività a causa delle conseguenze dell’emergenza epidemiologica”.

Comunicazioni, precisa nella lettera Avataneo, “che mi fanno male, che mi rendono furioso e che, nello stesso tempo, mi fanno vergognare in quanto non sono stato capace nella mia qualità di presidente dell’Aiav di fare di più, e meglio, per evitare la decimazione di una intera categoria”.

La lettera prosegue con una dettagliata descrizione del drammatico scenario: “Lei, signor ministro, forse non lo sa ma le agenzie di viaggi sono la colonna portante del sistema turistico organizzato del nostro Paese: è attraverso loro che viene emessa la maggior parte dei biglietti aerei, marittimi e ferroviari, e non parlo di maggior parte trascurabile: senza l’apporto delle 8.000 agenzie di viaggi italiane (una più, una meno…) tutte le compagnie di trasporto subirebbero un durissimo contraccolpo. Lo stesso vale per i tour operator – anche loro, oggi, in enorme difficoltà – e per molte strutture ricettive che, senza rete distributiva, potrebbero chiudere i battenti dalla sera al mattino.

Perché, prosegue Avataneo, “in Italia non esiste (e non esisterà ancora per molto tempo…) alcuna tecnologia capace di mutare le abitudini dei suoi e miei connazionali. Le agenzie di viaggi, signor ministro, sono – è vero – micro imprese impossibilitate a far valere diritti proprio a causa delle loro piccolissime dimensioni, ma non dimentichi che sono comunque i contenitori di decine di migliaia di addetti dalle indiscutibili capacità professionali: lasciarle morire equivale a lasciar morire un patrimonio di competenze e conoscenze difficilmente replicabile in futuro, quando questa pandemia sarà relegata tra i brutti ricordi. E – aggiungo – queste decine di migliaia di agenti di viaggi sono la prima interfaccia con decine di milioni di consumatori: sono loro i rappresentanti della prima linea, sono loro ai quali famiglie, anziani, istituti scolastici, aziende, associazioni culturali e tanti altri ancora si rivolgono per ottenere informazioni, soddisfare aspettative e risolvere problemi legati al viaggio, che non è sempre e solo l’utilizzo piacevole del tempo libero ma, anche, necessità per motivi di salute, di studio, di lavoro”.

La lettera di Avataneo continua con un un esplicito appello: “Lei è il ministro del Turismo. Lei è il nostro ministro, quello al quale guardiamo aspettandoci la necessaria attenzione dovutaci in questo frangente.Non siamo abituati a chiedere: siamo lavoratori usi a rimboccarci le maniche in ogni avversità, come abbiamo ampiamente dimostrato nel passato uscendo da tante difficili situazioni (terrorismo, conflitti, crisi economiche globali…) magari con le ossa rotte, ma vivi e pronti a ricominciare. Oggi non è così. Oggi non può essere così”.

Il presidente Aiav conclude scrivendo: “Dall’inizio della pandemia abbiamo perso lavoro, clienti, prospettive. Il nostro comparto ha perso il 93% di quanto aveva costruito nel corso degli anni e il 93% di lavoro in meno, unito allo 0% di aspettative per il prossimo futuro, equivale alla morte di una intera categoria, con conseguenze per chi ho precedentemente citato – vettori, hotel e t.o. – che credo non siano state assolutamente prese in considerazione. Quindi ripeto: Lei è il ministro del Turismo. Lei è il nostro ministro. Lei ha il dovere morale, e non solo, di ascoltare quello che ormai è un grido disperato di decine di migliaia di persone che chiedono un aiuto concreto, adeguato, immediato. In ciò che è stato fatto fino a oggi mancano la misura, la semplicità e la rapidità. Gli aiuti devono essere quantitativamente adeguati alle necessità di sopravvivenza delle imprese, ottenibili mediante procedure sicure ma nello stesso tempo semplici, ma soprattutto devono essere immediati”.

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