Alitalia, partita a scacchi tra governo, Fs e Atlantia
Sarà ancora una volta la politica a decidere le sorti di Alitalia. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, in queste ore si dovrà sanare l’ennesima contrapposizione Lega-5Stelle sulla vicenda della compagnia aerea.
Da un lato l’opzione sostenuta dai leghisti per l’ingresso di un forte partner privato che farebbe tornare in scena il Gruppo Atlantia (famiglia Benetton) con l’ipotesi di acquisizione del 35% del pacchetto azionario del vettore, pari a circa 400 milioni di euro, a completare la cordata formata da Fs (30%), Delta Airlines (15%) e Mef (20%); dall’altro un Movimento 5Stelle sempre intenzionato ad avviare la procedura di revoca della concessione della rete autostradale ad Atlantia dopo la tragedia del Ponte di Genova, ostacolo insormontabile per la partecipazione al salvataggio Alitalia.
Nella partita a scacchi, poi, è appena stato sciolto il nodo della partecipazione del Mef al capitale della newco del vettore con la cancellazione della scadenza per la restituzione del prestito-ponte di 900 milioni di euro, che peraltro l’attuale aerolinea non sarebbe in grado di colmare in tutto.
L’ipotesi più accreditata è che al Consiglio dei ministri di questa sera, durante il quale si dovrebbe sbloccare il decreto Crescita (con il nodo Salva Roma) e nel quale non c’è all’ordine del giorno la questione Alitalia, si affronterà comunque la questione aprendo le trattative con il Gruppo Atlantia e posticipando di altri sei mesi l’esito della costituzione della newco aerea.
Ma su tutto c’è anche un’altra delicatissima questione: il Piano industriale di Alitalia che Fs dovrebbe presentare nei prossimi giorni. Senza la certezza di un altro forte partner privato, il Gruppo guidato da Gianfranco Battisti non avrebbe ragione di perfezionare il Piano, lasciando così Alitalia senza una concreta strategia di rilancio fino a data da destinarsi, con un mercato come quello aereo in continua evoluzione e metarmofosi.