Ancora guai per Boeing: un 737 United atterra senza pannello

Ancora guai per Boeing: un 737 United atterra senza pannello
18 Marzo 12:19 2024 Stampa questo articolo

Una grana al giorno, roba da Guinness al contrario. Senza un attimo di tregua, Boeing annovera l’ennesimo caso negativo in appena due mesi e mezzo, a partire cioè dall’incidente di Alaska Airlines del 5 gennaio scorso.

Questa volta sotto la lente d’ingrandimento c’è un 737-800 di United Airlines, partito dalla California: le ispezioni eseguite dopo l’atterraggio in sicurezza in Oregon hanno riscontrato la mancanza di un pannello ed è stata subito aperta un’indagine. L’aeroporto di Rouge Valley, riportano i media americani, è stato chiuso provvisoriamente per verificare se il pannello o i suoi detriti fossero stati persi sulla pista.

E adesso, a quanto si apprende, United sarebbe intenzionata a rinunciare ai B 737 10 acquistati per rinforzare la sua flotta. La compagnia americana, secondo quanto scrive Preferente, potrebbe affidarsi alla rivale europea di Boeing, Airbus, prendendo 35 A321.

Solo pochi giorni fa, come riportava il Wall Street Journal, il dipartimento di giustizia americano ha aperto un’indagine penale nei confronti del colosso aerospaziale, accusato di palesi negligenze nella vicenda di Alaska. Chiamato in causa dal Congresso Usa, Boeing aveva ammesso di non riuscire più a trovare i documenti circa la lavorazione del pannello del portellone dell’aereo e di nonn poter identificare i responsabili della messa in sicurezza del componente, sul quale mancavano ben quattro bulloni, come ha stabilito un rapporto della National Transportation Safety Board.

Non solo. Boeing sta pagando un pegno pesante in Borsa e alcuni azionisti hanno pure intentato causa alla società. E a corredo di un periodo nero, è arrivata anche la notizia del presunto suicidio di John Barnett, ex ingegnere di Boeing, che aveva denunciato pubblicamente violazioni degli standard di sicurezza nei processi di produzione degli aerei di linea della compagnia.

Insomma, dire che Boeing sia nell’occhio del ciclone appare veramente riduttivo e in questo quadro a tinte fosche fa la sua comparsa anche il capo del sindacato dei piloti di American Airlines, il Capitano Dennis Tajer. Secondo lui, riferisce La Stampa, «veder volare un Boeing 737 Max è come osservare un bambino in difficoltà. In questo momento vivo uno stato di allerta in cui non sono mai stato da quando volo sui loro aerei. Non mi fido più del loro lavoro, che in passato, mi ha tenuto al sicuro per oltre tre decenni».

Cinque anni fa, inoltre, due nuovi 737 Max si erano schiantati in incidenti che hanno causato 346 vittime, in Indonesia, con Lion Air, e in Etiopia, con Etiopian Airlines. La causa era un software di controllo di volo difettoso. Boeing aveva accettato di pagare 2,5 miliardi di dollari per liquidare le accuse di negligenza, ammettendo l’errore, ma nelle successive udienze si è dichiarata non colpevole.

E mentre il nuovo amministratore delegato di Boeing, Dave Calhoun, garantiva il massimo impegno per «fare molto meglio», a inizio marzo la Faa ha dichiarato che un controllo del processo di produzione del 737 Max presso la Boeing e il suo fornitore Spirit Aerosystems ha rilevato «molteplici casi in cui le società non hanno rispettato i requisiti di controllo della qualità della produzione».

Sempre la Faa ha avvertito che i fasci di cablaggio installati sui 737 Max potrebbero danneggiarsi, causando il malfunzionamenti dei controlli sulle ali e un rollio incontrollato dell’aereo». Boeing ha risposto continuando a «implementare cambiamenti immediati e a sviluppare un piano d’azione completo per rafforzare la sicurezza e la qualità, e rafforzare la fiducia dei nostri clienti e dei loro passeggeri».

Infine, ci sono i problemi legati alle consegne. Ryanair ha spiegato che i ritardi di nuovi aerei provocheranno l’aumento dei prezzi per i passeggeri in Europa quest’estate, mentre il vettore statunitense Southwest è obbligato a ridurre la propria offerta. Da questo punto di vista non se la passa bene neanche Airbus, che come Boeing ha liste d’attesa molto lunghe. Allora spunta il terzo incomodo, il cinese Comac, che ha sviluppato il C919, progettato per competere con il 737 Max e l’A320 neo, anche se il programma è ancora agli inizi. L’obiettivo è produrre 150 aerei entro il 2028. Occhio a Est insomma.

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