Banca dati affitti brevi: il plauso dell’hospitality
Soddisfazione del settore hospitality per la firma del ministro Gravaglia del decreto che disciplina la banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati agli affitti brevi.
Si tratta di uno strumento che il comparto chiedeva da tempo, sostiene Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi: «Un elemento indispensabile per individuare soluzioni rispondenti alle reali esigenze dei viaggiatori soprattutto in risposta alla domanda internazionale. Non solo lotta all’evasione e concorrenza sleale, adottare la banca dati unica consentirà di fotografare quei fenomeni che in passato, in assenza di controlli, hanno provocato lo svuotamento delle città con la conseguente perdita di attrattività tipica locale. Un passaggio importante per monitorare la situazione nei centri storici».
Stessa linea per Assohotel, con il vice presidente vicario Nicola Scolamacchia che commenta: «Era un provvedimento atteso ormai da anni e decisamente opportuno in questa fase di rilancio del turismo. Uno strumento utile per contrastare l’abusivismo dilagante e per regolamentare correttamente il comparto delle strutture ricettive. Adesso ci auguriamo che il ministero non si fermi qui e adotti tutta una serie di provvedimenti più volte annunciati ma ancora fermi. Dal decreto attuativo del tax credit riqualificazione all’estensione anche agli alberghi del bonus riqualificazione energetica, fino al prolungamento al 2022 del bonus facciate».
Infine, ai commenti si aggiunge anche quello di Marco Celani, presidente Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi: «Ringraziamo il ministro e attendiamo che il decreto venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo il vaglio della Corte dei Conti per leggere nel dettaglio le misure predisposte. Nel frattempo possiamo però esprimere cauta soddisfazione perché finalmente è stato dato seguito, come abbiamo chiesto in ogni nostra interlocuzione, a una misura annunciata due anni fa e mai resa operativa».
«Ora è importante – continua Celani – che Garavaglia mantenga aperto il dialogo con gli operatori del settore in modo da rendere semplice ed economico comunicare i dati senza eccessivi aggravi per gli utenti e anche perché c’è ancora molto da fare. Avendo tutti i dati a disposizione le autorità, a patto di predisporre gli adeguati controlli, saranno in grado di porre fine al sommerso e alla concorrenza sleale di chi non paga le tasse. Misurare il fenomeno e averne finalmente contezza è infatti solo un primo passo ma non basta. Quel che occorre è controllare e sanzionare eventuali abusi per consentire agli operatori legali di lavorare in un regime di vera concorrenza».