Burgio e il mosaico Alpitour

09 Giugno 12:33 2017 Stampa questo articolo

Tira aria di ottimismo nella sede torinese di Alpitour, che festeggia il traguardo dei suoi primi 70 anni con una crescita a doppia cifra delle vendite e l’importante new entry del Vietnam nel catalogo invernale. Del potenziamento del prodotto, dell’espansione all’estero, dei progetti incoming e dell’ipotesi di quotazione in Borsa, ci parla in un’intervista esclusiva il presidente del Gruppo, Gabriele Burgio.

Dopo l’ingresso di Asset Italia, quali strategie e piani di sviluppo avete in programma?
«Il piano che è piaciuto al nuovo investitore prevede di rinforzare il controllo sul prodotto. L’attività del tour operator è di essere un assemblatore di pacchetti di componenti non propri e noi abbiamo tutto l’interesse a rinforzare i vari componenti. Sugli aerei già ci siamo, visto che trasportiamo circa la metà dei nostri passeggeri e stiamo cercando di aumentare il controllo delle rotte che per noi sono più interessanti. Cerchiamo di arrivare ad avere anche il controllo del prodotto land, soprattutto sulle isole e sul lungo raggio. L’aumento di capitale dovrebbe supportare questo sviluppo. Ma non è facile, siamo in un momento di prezzi molto alti nel mondo del turismo a causa dei problemi legati a Egitto e Tunisia che hanno sbilanciato la relazione domanda-offerta nel Mediterrano. Mancando questa gigantesca offerta, i prezzi degli altri mercati hanno avuto una rivalutazione secondo noi eccessiva, quindi non sarà una cosa del prossimo futuro, ma questo è un piano a lungo termine».

Nell’ottica di un ulteriore consolidamento, sono previste acquisizioni nel tour operating o nel settore alberghiero?
«Nell’alberghiero sì, ma al momento non abbiamo trovato nulla che si incastri con i nostri parametri. Nel tour operating, con le due associazioni, chiamiamole così, Press Tours e Swan Tour abbiamo coperto le varie nicchie del mercato».

Su quali basi sono orientate le vostre ricerche?
«Cerchiamo qualcosa che si combini bene nel mosaico che stiamo costruendo, ci sono mille pezzettini che ci piacerebbe avere per arrivare a una copertura totale del mercato. Siamo attenti alle dinamiche del travel. Anche all’estero ci sono Gruppi che vengono smontati e, se lo sai tempestivamente, puoi prendere il pezzettino che ti serve».

Neos è interessata ad alcuni asset di Alitalia?
«Non saprei bene quali. Il business di Alitalia è al 90%, credo, sulla linea. E noi di linea abbiamo solo Capo Verde e le nuove rotte sulla Cina, due eccezioni che non rientrano in una strategia. Mi sembra molto difficile questo incastro».

Allora potreste essere interessati a Blue Panorama?
«Mah, è molto simile a noi, so che stanno andando bene sull’Albania, leggevo che hanno un traffico decisamente buono. Secondo me in questo business bisogna essere molto rigidi e attenersi a quello che si pensa di far bene. Certe tentazioni possono essere distraenti».

L’obiettivo del Gruppo è la quotazione in Borsa?
«Questa è una decisione degli azionisti. Per quanto ambiziosi possiamo essere, le nostre dimensioni sono ancora piccole. Comunque sarebbe bello arrivare ad essere grandi abbastanza».

Dopo l’apertura di Alpitour France, state studiando altre operazioni su fronte estero?
«Il nostro obiettivo è vendere anche in altri Paesi i prodotti Alpitour italiani. In questo senso si pone l’iniziativa di Alpitour France, utile anche perché la stagionalità delle vacanze dei francesi è diversa dalla nostra. Inoltre, i francesi sono molto interessati al Vietnam e potranno garantire una quota di passeggeri che ci consentirebbe di contenere i prezzi. Certo guardiamo anche ad altri mercati, ma per ora facciamo girare bene la Francia. Il primo obiettivo è consolidare questo mercato».

Riguardo all’incoming, come sta procedendo la collaborazione con Utour sul mercato cinese?
«Sulla Cina per ora siamo solo dei trasportatori di passeggeri. Sta andando bene, abbiamo triplicato i voli, il mercato è immenso e se facciamo bene chissà dove possiamo arrivare. Utour è la nostra Alpitour cinese per Neos, che ha avuto la doppia autorizzazione per volare anche sulla rotta transiberiana, estremamente utile e non facile da ottenere».

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Maria Grazia Casella
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