Da Ivrea parte il rilancio del turismo industriale

Da Ivrea parte il rilancio del turismo industriale
09 Dicembre 07:00 2022 Stampa questo articolo

Il patrimonio industriale italiano, riconvertito e trasformato in musei d’impresa e in siti di archeologia industriale, è diventato un tema di grande interesse anche per il turismo. Non poteva che essere Ivrea, la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento e dal 2018 sito Unesco, la cornice dalla quale partire per un evento dedicato a questo specifico segmento dell’industria turistica dove il 2 dicembre, alla presenza del ministro del Turismo Daniela Santanchè, si è tenuta la prima Conferenza Internazionale sul Turismo industriale organizzata da Federturismo, Confindustria Canavese e il Gruppo Turismo-Cultura-Sport.

Gli spazi, che in origine erano il cortile interno delle Officine Olivetti, hanno ospitato i lavori della giornata: un’occasione di riflessione e confronto fra diverse competenze partendo dall’eredità architettonica del progetto olivettiano.

Negli ultimi anni sono nati ovunque percorsi locali e regionali, reti di musei e veri e propri sistemi di promozione del territorio per conoscere l’Italia al di là del suo patrimonio artistico attraverso un nuovo approccio culturale. Fare turismo industriale significa scoprire le imprese, i prodotti e, attraverso questi, i territori dove le aziende si sono sviluppate.

«La forza evocativa dei grandi brand industriali italiani è innegabile, si lega alla storia dell’Italia e al nostro “saper fare” – afferma la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli – Sono molte le imprese che hanno belle storie da raccontare e noi nella narrazione siamo voluti partire proprio dalla città industriale di Ivrea: un grande progetto che rispondeva alle trasformazioni industriali e sociali in atto e che ha saputo dimostrare come industria, tecnologia, bellezza e necessità delle persone possano convivere perfettamente. La visita alle fabbriche dismesse, agli archivi aziendali, ai musei e agli impianti industriali ancora attivi porta il turista a conoscere il territorio da un’altra angolazione e ad apprezzarlo per le produzioni e i vecchi stabilimenti che lo caratterizzano».

Gaetano di Tondo, presidente del Gruppo Turismo, Cultura e Sport di Confindustria Canavese, dichiara: «Confindustria Canavese è convinta che riuscire a valorizzare la propria storia può servire non soltanto ad attrarre i turisti, ma indirettamente può anche permettere di attrarre capitali e investimenti, creare opportunità di business e promuovere l’insediamento di nuovi abitanti e nuove comunità. Mettere in risalto le produzioni e le aziende del territorio attraverso lo sviluppo di azioni di turismo industriale non è soltanto importante per conoscere la storia economica di un’area e sviluppare le specifiche attività turistiche, ma può risultare anche estremamente importante per le stesse imprese produttive e di servizi che in tali territori operano. Tale forma di turismo può rappresentare, cioè, un elemento distintivo, uno strumento per creare empatia con propri importanti clienti, fornitori o referenti di rilievo, per fare comprendere quanto sia bello, unico, attrattivo e interessante il luogo in cui esse hanno sede, così come sono belli, unici, attrattivi e interessanti i propri prodotti o servizi».

Le conclusioni sono affidate al ministro Daniela Santanchè: «La cultura industriale, che stiamo imparando a riscoprire, ci consente di toccare con mano, in prima persona, il tessuto stesso di cui è fatta la storia della nostra nazione; costituisce la nostra stessa identità, cosa l’Italia sa fare e cosa ci ha resi ciò che siamo. Grazie al turismo industriale si mantiene vivo il legame tra giovani e territorio, attraverso le realtà industriali che hanno costituito e costituiscono il cuore pulsante dell’economia italiana, il motore del Pil, lo strumento essenziale che ha permesso di creare e rendere grande nel mondo il marchio del Made in Italy, che si valorizza anche tramite l’apertura di musei industriali di brand storici che favoriscono il racconto della nostra nazione attraverso un turismo mirato che rimette al centro la storia del secondo paese manifatturiero più grande d’Europa».

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