Dazi, crisi e Brexit non frenano i viaggi d’affari

24 Settembre 07:00 2019 Stampa questo articolo

Brexit, guerra dei dazi tra Cina e Usa, rischio terrorismo. Non ci sono ostacoli che tengano, business travel e Mice continueranno a crescere anche nei prossimi anni, nonostante tutti questi fattori stiano creando sempre più incertezza nelle aziende a livello regionale e globale, per giunta in un contesto complessivo che sperimenterà un rallentamento dell’economia dei Paesi avanzati e un ritorno alla crescita di quelli emergenti.

A dirlo sono i risultati di due survey – una di Cwt riferita al comparto Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions; l’altra di Bcd Travel sul settore viaggi d’affari – che mostrano come sia la necessità di organizzare eventi che viaggiare per lavoro, siano più forti che mai.

«Prevediamo che nel 2020 agli eventi sarà convogliato fino al 30% dei budget destinati al marketing. Gli incontri faccia a faccia sono fondamentali per stabilire legami, soprattutto in tempi di incertezza», ha detto ad esempio Kurt Ekert, presidente e ceo di Cwt, commentando i risultati del Future Trends Report 2020, pubblicato da Cwt Meetings & Events.

Più caute, ma pur sempre ottimistiche, sono anche le previsioni formulate da Bcd Travel nel suo 2020 Industry Forecast. Per quanto riguarda gli hotel, ad esempio, la maggior parte delle aree del globo vedranno un aumento dei prezzi nell’ordine dell’1-1,5%, con punte che toccheranno il 4% in Asia, soprattutto in Giappone (dove si svolgeranno le Olimpiadi) e in Vietnam, Paese dove il mix tra traffico business e leisure provocherà un incremento più sostenuto dei budget.

Nel resto del mondo, se l’America Latina assisterà a una salita dei prezzi non superiore al 2%, l’Europa vedrà un ritorno della domanda per meeting ed eventi, con punte di incremento vicino a quelle asiatiche di cui beneficieranno soprattutto Spagna e Irlanda. Costo del carburante e del lavoro saranno invece alla base degli aumenti che interesseranno il settore aeronautico nel prossimo anno.

Complice il rallentamento dell’economia e della domanda dei Paesi più avanzati, i prezzi “aviation” saliranno soltanto tra l’1 e il 2%, con il recupero in particolare di America Centrale e del Sud (+3% circa), nonché del continente africano. Stabili invece rimarranno i costi dei biglietti nell’area mediorientale, dove le tre big del Golfo continuano a ridurre la quota dei loro profitti e a rivedere al ribasso i loro programmi di espansione. Sul fronte asiatico, poi, sono destinati a crescere i collegamenti e il traffico business tra Cina e Russia, e tra Cina ed Europa, in risposta alla battaglia sui dazi del Paese del Dragone con gli Usa.

Le buone notizie arriveranno soprattutto dai biglietti di business class a lungo raggio. Secondo la survey di Bcd Travel, l’impennata si fermerà a un modesto +1%, con punte del +3% sulle tratte premium su scala regionale, con particolare riferimento ai collegamenti all’interno di Asia e America Latina. Per quanto riguarda il vecchio continente, invece, la concorrenza tra low cost avrà l’effetto di comprimere al ribasso i prezzi, facendo registrare una sostanziale stabilità, complice anche lo sviluppo della rete ferroviaria ad Alta Velocità in Germania, Spagna e Regno Unito.

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Giorgio Maggi
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