Decreto cura Italia: le reazioni dell’industria turistica

17 Marzo 11:38 2020 Stampa questo articolo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge di marzo, definito cura Italia e che, in circa 120 articoli, prevede le prime misure a sostegno delle imprese e delle famiglie colpite dall’emergenza coronavirus. Un documento che, nonostante la sua versione ufficiale debba ancora essere resa nota, così come si attende la sua pubblicazione in Gazzetta, dopo la conferenza stampa di illustrazione che ha visto protagonisti il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e quello del Lavoro, Nunzia Catalfo, vede il settore turistico diviso in due, tra opinioni parzialmente positive e commenti negativi, con le confederazioni e le associazioni di categoria che chiedono di più.

IL COMMENTO DI CONFCOMMERCIO. “Bisogna fare presto e di più sul fronte della ricostruzione tramite buoni investimenti e buone scelte in materia di semplificazione, di innovazione e di alleggerimento delle tasse ma anche con strumenti mirati di impulso della domanda: a partire, quando sarà il momento, dal sostegno delle vacanze in Italia degli italiani – scrive in una nota Confcommercio – Per quanto fin qui emerso, segnaliamo nell’immediato la scelta della sospensione di adempimenti e scadenze fiscali e contributive relativi al mese di marzo, ma andrebbero tenuti in considerazione anche gli appuntamenti di aprile fin qui non sospesi”, che però potrebbero essere contenuti nel decreto di aprile annunciato alla stampa proprio da Gualtieri.

“Si renderà comunque necessaria una più ampia e inclusiva moratoria fiscale, anche in riferimento alle criticità della ripresa dei versamenti già da maggio e della loro insufficiente rateizzazione, nonché all’esigenza di intervenire anche sul versante dei tributi locali. Per i soggetti non rientranti nella sospensione risulta poi davvero troppo breve il rinvio tecnico dei versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dal 16 al 20 marzo”, prosegue Confcommercio, che in merito all’accesso al credito e al sostegno della liquidità definisce “di rilievo il potenziamento per 1,2 miliardi di euro delle disponibilità del Fondo centrale di garanzia. In sede europea andrà tempestivamente definito un regime d’aiuto straordinario. Si registra, ancora, l’introduzione di un credito d’imposta sulle locazioni commerciali nella misura del 60%: troppo modesta, però, la previsione di una sua applicazione al solo mese di marzo 2020”.

FEDERALBERGHI: “SI PUÒ FARE DI PIÙ. Alcune prime risposte utile nel cura Italia, «ma molto resta da fare per salvare l’economia del turismo», dichiara il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che sottolinea il suo ok al rinvio dei termini per il pagamento di Iva, ritenute e contributi e l’intervento sui mutui, ribadendo però come la situazione sia drammatica, con il 2020 che vedrà gli alberghi registrare un crollo del fatturato che, secondo gli ultimi dati Cerved, diminuirà di oltre il 70%.

Bocca sottolinea «una doppia preoccupazione relativa alle varie scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi, in primis per il pagamento di Imu e Tari, e per la sorte degli alberghi che vengono gestiti con contratto di affitto o formule simili. Ogni mese, quasi 20mila strutture devono pagare un canone alla proprietà e in questo momento non sono in condizione di farlo».

Buona la norma sui voucher, che realizza un giusto equilibrio tra gli interessi dei clienti e quelli degli alberghi. «Bene anche le risposte sugli ammortizzatori sociali, che offrono copertura a tutti i dipendenti attualmente in servizio e accendono un faro anche sui lavoratori autonomi e sugli stagionali. In relazione a questi ultimi, sarà necessario chiarire l’operatività della norma, soprattutto in riferimento ai circa 500mila lavoratori del turismo che in un anno normale sarebbero stati assunti tra marzo e luglio e che quest’anno corrono seriamente il rischio di restare al palo».

Inoltre, «mancano all’appello due misure importanti, che erano state preannunciate: una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia. Si tratta di passaggi fondamentali», conclude il numero uno di Federalberghi.

«Sarebbe stato preferibile se il governo avesse prolungato la Naspi, riportandola alla stessa durata prevista dalla vecchia indennità di disoccupazione – commenta il presidente di Federalberghi Campania, Costanzo Iaccarino – In questo modo l’esecutivo avrebbe garantito una maggiore tranquillità a tutti i lavoratori stagionali del comparto che quest’anno è protagonista di un momento drammatico».

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