E nel frattempo lo Stato salva Alitalia

E nel frattempo lo Stato salva Alitalia
18 Marzo 10:06 2020 Stampa questo articolo

Via libera a una nuova società interamente controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, “ovvero controllata da una società a prevalente partecipazione pubblica, anche indiretta”. Con la versione definitiva del decreto Cura Italia, Alitalia – come anticipato dalle bozze circolate – torna definitivamente, e per intero, allo Stato.

Complice l’emergenza da coronavirus, che ha gettato l’intero settore aviario mondiale nella più grande crisi che si ricordi, e a tre anni dal commissariamento, Alitalia imbocca dunque la strada della nazionalizzazione, dal momento che con ogni probabilità la gara per la vendita del vettore fissata per il 18 marzo non vedrà la presenza di alcuna manifestazione di interesse.

La newco si farà carico sia di Alitalia che di Alitalia Cityliner spa, entrambe in amministrazione straordinaria, mentre il commissario straordinario della nuova società è autorizzato a “compiere ogni atto per la cessione dei (loro) complessi aziendali”, ma non solo. La dotazione iniziale di 500 milioni di euro per l’anno 2020, potrò essere rafforzata “anche in più fasi e anche per successivi aumenti di capitale o della dotazione patrimoniale, anche tramite società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta”.

Per fare fronte all’emergenza dell’intero settore del trasporto aereo, il decreto dell’esecutivo Conte ha anche istituito un fondo specifico con una dotazione di 600 milioni di euro, che servirà a compensare le “compagnie dai danni subiti a causa della sospensione delle loro attività”.

Ad oggi, infatti, arrivano già quasi a 5mila i lavoratori del comparto messi in cassa integrazione, dal momento che sono più di una le compagnie che hanno avviato le procedure di cassa integrazione straordinaria: Alitalia l’ha richiesta per 4mila addetti, easyJet per 1.470, Blue Panorama per 634, a cui poi si aggiungono i 1.450 coinvolti nella messa in liquidazione di Air Italy.

Intanto, sono già partiti sui social gli inviti a “protestare” contro l’ennesimo salvataggio dell’ex-vettore di bandiera. Primo fra tutti, Andrea Giuricin, consulente nel settore aviation, che dalla sua pagina Facebook non si è fatto scappare l’occasione per manifestare il suo disappunto: “Mezzo miliardo per Alitalia dopo i quasi 10 miliardi sprecati negli ultimi 12 anni. Dureranno 3 mesi e poi avranno bisogni di altri soldi”.

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Giorgio Maggi
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