Fenomeno revenge spending: perché la ripresa verrà dalla Cina

06 Aprile 12:45 2020 Stampa questo articolo

Gli economisti lo chiamano revenge spending. Letteralmente “spendere per vendicarsi”. Il fenomeno, emerso fortemente in Cina nelle ultime settimane, vede i consumatori spendere più del normale per compensare le rinunce fatte durante il periodo di isolamento per l’emergenza da Covid-19. Ristorazione, intrattenimento e viaggi, secondo il quotidiano China Daily, i settori coinvolti da questa rinascita dei consumi nel post coronavirus.

E sono moltissimi, in effetti, i sondaggi (come quello della China Tourism Academy, o del portale Fliggy, ndr) che dimostrano come l’impatto del coronavirus sul turismo cinese sia solo temporaneo e non abbia scalfito l’ottimismo e la propensione al viaggio dei cinesi, che anzi pianificano già di tornare a viaggiare il prima possibile. E se in un primo momento opteranno per viaggi domestici, successivamente riprenderanno anche i viaggi all’estero. Un’opportunità imperdibile per il turismo italiano, quindi. Soprattutto considerando i 150 milioni di viaggi effettuati dai cinesi nel 2019 e una crescita annuale dei volumi a due cifre.

Ma cosa cercheranno, i turisti cinesi in una destinazione turistica nel post coronavirus? Lo abbiamo chiesto a degli esperti del settore, che hanno evidenziato le priorità da tenere presenti per approcciare questo mercato, in questa nuova, inaspettata fase:

Secondo Jiang Jinsong, ricercatore associato per la China Tourism Academy e curatore del “Report sul turismo cinese Outbound” del 2019, «la priorità per i viaggiatori cinesi sarà la sicurezza sanitaria». Fondamentale, quindi, «dare l’immagine di un Paese sicuro, dove l’epidemia è stata contenuta con successo, rassicurando così potenziali visitatori o partner commerciali». Bisognerà lavorare molto sulla comunicazione, anche a livello locale. Interessante, in questo senso la strategia della catena Shangri-la, che con dei post sui social cinesi mostra le rigorose procedure di pulizia nei vari ambienti dei suoi hotel.

Digitalizzazione, invece, la parola d’ordine per Elisa Morsicani, ceo di Italian Lifestyle, azienda promotrice di Vento D’ Italia, piattaforma nazionale per l’accoglienza dei turisti cinesi. «Per distinguersi e farsi notare dal pubblico cinese» dichiara la Morsicani, «è essenziale innanzitutto creare engagement tramite contenuti accessibili, visibili e condivisibili». Altrettanto importante però «rendere fruibili i propri servizi, consentendo la prenotazione e l’acquisto sulle piattaforme più usate».

Infine Micaela Russo, direttore commerciale di Caissa Tourisik, ritiene molto importante anche «ricostruire l’immagine degli italiani come un popolo amichevole nei confronti della Cina. La percezione nei nostri confronti è stata danneggiata non poco dagli episodi discriminatori e di intolleranza avvenuti all’insorgere dell’epidemia, e qualche iniziativa amichevole, anche dei singoli operatori, aiuterebbe a creare un senso di vicinanza, specialmente dopo che entrambi i paesi hanno dovuto affrontare la stessa minaccia».

In attesa che passi l’emergenza sanitaria, quindi, si può far tesoro di questo tempo per attuare strategie di approccio al mercato cinese, non perdendo occasioni preziose quando il settore si riprenderà.

L'Autore

Roberta Moncada
Roberta Moncada

Roberta Moncada: Sinologa ed esperta di turismo cinese. Ha vissuto diversi anni in Cina, per poi tornare in Italia, dove attualmente lavora per diversi Tour Operator come accompagnatrice turistica ed organizzatrice di tour ed attività enogastronomiche per turisti cinesi.

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