Fronte outgoing, pressing sui corridoi da Fto e Astoi

Fronte outgoing, pressing sui corridoi da Fto e Astoi
09 Giugno 12:52 2021 Stampa questo articolo

«Il turismo è bidirezionale». Lo ripete più volte Franco Gattinoni, presidente di Fto, in un’intervista al Tg2, coadiuvato da Andrea Mele, vice presidente Astoi, mandando nelle case degli italiani e soprattutto al governo un messaggio importantissimo: «C’è tanta concentrazione sul mare Italia, giustissimo, ma l’industria turistica è molto di più: per ogni italiano che va all’estero, abbiamo dieci turisti che arrivano».

Il nodo è sempre lo stesso da ormai un anno e mezzo: bisogna riaprire i confini, messaggio reiterato anche dal numero uno di Astoi, Pier Ezhaya, nella sua ultima intervista al nostro giornale. «Non possiamo più stare chiusi – prosegue Gattinoni – Dobbiamo assolutamente dare il via libera nei Paesi europei e aprire corridoi con le destinazioni Covid free. Così ripartirà la filiera, fatta di centinaia di migliaia di lavoratori, e quindi anche l’indotto e tutti gli altri».

Intanto, il Parlamento europeo dà il suo ok al Digital Green Certificate, che ora si appresta ad affrontare l’ultima formalità: il passaggio, previsto per venerdì prossimo, alla riunione degli ambasciatori dei Ventisette per poi entrare definitivamente in vigore il primo luglio. «In teoria dovrebbe unificare le regole di entrata e di uscita tra i Paesi europei – spiega Mele – ma parliamo ancora al condizionale perché ci sono ancora regolamenti diversi tra gli Stati che andrebbero uniformati. Inoltre, auspichiamo che venga riconosciuto anche fuori Europa».

«Il problema più grande, però, è viaggiare fuori Europa per turismo – dice il vice presidente di Astoi – In questo momento non è possibile, e non lo è da oltre un anno con eccezione di una lista di 7-8 Paesi che, caso vuole, sono loro chiusi a noi come ad esempio il Nordamerica. Ci sono mete regolarmente aperte da mesi con oltre il 50% della popolazione vaccinata con la seconda dose, come ad esempio gli Emirati Arabi, le Maldive, le Seychelles, la Polinesia. Non possiamo andarci se non per lavoro, ma oggi questa differenza con i viaggi turistici proprio non la comprendo».

La travel industry ha bisogno di programmazione, «e nonostante la nostra importanza per l’economia italiana e mondiale non siamo ascoltati come dovremmo – conclude Gattinoni – Il mondo, dove ci sono più di 7 miliardi di persone, va riaperto. Guardando sì all’estate, ma senza dimenticare i viaggi fuori stagione. Torniamo a viaggiare».

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Giulia Di Camillo
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