Go World, fatturato a 20 milioni e strategia di cluster marketing

12 Ottobre 13:27 2018 Stampa questo articolo

Con una crescita del 39%, il tour operator Go World ha superato la soglia dei 20 milioni di euro di fatturato e il suo presidente – oltre che ideatore del brand – Ludovico Scortichini non nasconde la soddisfazione, ma guarda già all’immediato futuro, alle nuove scommesse del mercato.

«Aumento di clienti, di fatturato e di personale (lo staff è passato da 37 a 51 persone, ndr) significa che il mercato ha premiato il nostro modo di far viaggiare e intendiamo continuare a ricercare prodotti che anticipino le tendenze del mercato turistico», afferma il numero uno del t.o. E la stagione a dir poco entusiasmante è stata caratterizzata anche da picchi di vendita a sorpresa come il Giappone e l’Africa insolita, dal Benin al Togo (grazie ai programmi del nuovo brand Go Afrique). Così come hanno funzionato molto bene i tour combinati come Australia+Nuova Caledonia e Cina+Giappone».

Anche per il 2019 Go World conferma le tre linee di prodotto: dagli itinerari con partenze di gruppo della programmazione “Tutti a…” al segmento di lusso, Voyage de luxe, per completare con la gamma di proposte Viaggi con l’Esperto, ovvero tour di gruppo con accompagnatore professionista dall’Italia.

Ma la vera sfida che stimola Scortichini è la strategia del cluster marketing. «Stiamo approntando operazioni sul territorio per supportare i nuovi programmi di viaggio dei cluster, dedicati agli appassionati di surf, moto, trekking, biciclette, cavalli e attività subacquee. In che modo? Vogliamo coinvolgere alcune agenzie di viaggi – spiega il presidente – a compiere delle azioni di comarketing con commercianti sul loro territorio che vendono prodotti e articoli dedicati ai vari segmenti posizionando i totem Go World per indurre i clienti di quei negozio a entrare nelle loro agenzie e comprare i nostri viaggi».

Una triangolazione perfetta, secondo Scortichini, e se questa operazione in taluni territori non dovesse riuscire, Go World intende compiere questa strategia in piena autonomia, con accordi diretti con i negozianti delle zone focalizzate, per poi fare comunque promozione indiretta al canale agenziale dove il cliente deve confluire.

«Sono sempre più convinto – conclude – che oggi nel turismo dobbiamo assecondare i comportamenti compulsivi dei viaggiatori, adeguando i servizi e le strutture. Scegliere circuiti e modalità di viaggio che assicurino emozioni. Consapevoli che, in molti casi, è la possibilità e voglia di raccontare il viaggio a indurlo a scegliere itinerari insoliti».

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Andrea Lovelock
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