I megatrend di Alpitour
per il travel che verrà

I megatrend di Alpitour <br>per il travel che verrà
26 Maggio 07:00 2021 Stampa questo articolo

Il conto alla rovescia può iniziare: presto si tornerà a organizzare e vendere viaggi con la V maiuscola. Intanto, affidandosi al radar del leader di mercato – il Gruppo Alpitour – si possono tracciare i principali trend post Covid del turismo organizzato. A snocciolarli, nel corso di Bit Digital Edition, il direttore commerciale trade Alessandro Seghi.

1. ESODO DELLA GENERAZIONE Z. I membri della iGen, detti anche Centennial, sono le persone nate tra il 1995 e il 2010. Si tratta dei nuovi viaggiatori con «una capacità di spesa moderata, ma tanta voglia di recuperare il tempo perduto», a cui Alpi ha dedicato due linee prodotto: UTravel e ItParade, entrambe orientate a soddisfare con soggiorni brevi e originali chi ha meno di 30 anni.

2. SMART WORKING. Quello della workation, ovvero il lavoro unito alla vacanza, è uno dei fenomeni frutto della pandemia di cui più si discute. Con la maggiore flessibilità indotta dall’emergenza Covid, che permarrà come uso comune anche in futuro, è immaginabile che resti forte la richiesta di luoghi di soggiorno adatti ai remote worker, ben connessi e confortevoli. «La nostra compagnia alberghiera e altre realtà nel mondo – fa sapere Seghi – si sono rese disponibili a offrirci spazi da riconfigurare per clienti che desiderano evadere dal consueto spazio dove lavorano».

3. VIRAL INSURANCE. Questo è un trend che il manager non esita a definire «incredibile». I viaggiatori, riferisce, ormai vogliono avere una «certezza assicurativa contro ogni tipo di problematica». Si tratta di una tendenza intercettata già nei mesi passati che denota «un’esigenza, che prima non c’era, di coprirsi prima e durante il soggiorno». Una vera e propria «necessità» di assicurarsi.

4. HONEYMOONER. Dopo aver rimandato per mesi i loro matrimoni, gli italiani torneranno ora a sposarsi e a desiderare di realizzare il più sensazionale dei viaggi di nozze. Quello che Alpi rileva è un interesse «a livelli mai registrati prima» nei confronti di soluzioni «più lontane, più lunghe e più servite, anche se spostate in avanti nel tempo», dichiara Seghi.

5. TEST PER VIAGGIATORI. Il viaggio in bolla, dove si limitano le possibilità di contagio, è ciò che più rassicura i turisti. Già sperimentato dalle crociere, nel caso del tour operating è stato proprio Alpitour a fare da apripista con i primi pacchetti Covid tested sulle Canarie. Un «processo», più che un modello, che si presta a essere replicato altrove, in area Schengen e non solo. Ma una cosa è certa, secondo Seghi: «C’è un interesse spasmodico verso situazioni di copertura, coerenti con gli assetti normativi». Ai t.o. il compito di «adattarsi velocemente alle modalità che di certo cambieranno».

6. CONSULENZA ESPERTA. L’esperienza di scelta del viaggio e di prenotazione dovrà essere il più possibile senza intoppi. Seamless, per dirla all’inglese. Alpitour fa sapere di aver prestato grande attenzione al canale delle agenzie di viaggi, offrendo «sistemi di pagamento più tutelanti e comodi, politiche di cancellazione agili e una remunerazione più chiara e coerente».

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