Il ceo di Carnival agli agenti: «Dobbiamo resistere»

Il ceo di Carnival agli agenti: «Dobbiamo resistere»
12 Novembre 10:34 2020 Stampa questo articolo

Il CruiseWorld 2020 virtuale di Travel Weekly è stato l’occasione per fare il punto sull’impatto della chiusura – quasi globale – delle crociere sugli stakeholder e sull’indotto, compresi destinazioni che dipendono essenzialmente da questo tipo di turismo e agenti di viaggi.

Il ceo di Carnival Corporation Arnold Donald ha parlato proprio agli agenti collegati al forum. «Tutto quello che possiamo fare è supportare il più possibile e cercare di tornare a navigare in modo sicuro il prima possibile – ha detto – Questi Paesi supereranno la tempesta. Le persone vogliono viaggiare, vivere esperienze, visitare destinazioni. In questo momento i professionisti dei viaggi, così come la nostra azienda, sono chiamati a resistere per sopravvivere ed essere pronti nel momento di ripartire, per prosperare di nuovo».

Donald si è rammaricato per gli agenti di viaggi che «non sono riusciti a resistere e hanno dovuto trovare alternative», auspicando un loro ritorno prima o poi nel settore. Per chi invece è ancora in trincea, ha assicurato che i brand del Gruppo «continueranno a offrire incoraggiamento e supporto per quanto riguarda Future Cruise Credit, commissioni» e quanto sarà necessario.

«Crediamo nella comunità dei professionisti di viaggi, abbiamo bisogno di loro; su questo non ci sono dubbi – ha aggiunto – E ne abbiamo bisogno non solo per sopravvivere, ma anche per essere forti in futuro».

Donald ha spiegato che «le tendenze generali delle prenotazioni del 2021 sono paragonabili al trend del passato in termini di prenotazioni e destinazioni; invece le crociere più lunghe e le world cruise ora stanno soffrendo. Ma le nuove prenotazioni sono un segnale incoraggiante.

Per quanto riguarda le 18 navi vendute da Carnival Corporation, il ceo ha ribadito l’imperativo «sopravvivere ora per prosperare in seguito. Anche i nuovi ordini stanno subendo ritardi a causa della chiusura dei cantieri navali; la capacità del Gruppo probabilmente non tornerà ai livelli pre Covid per i prossimi quattro o cinque anni. Ma ci saranno un sacco di possibilità per riaccogliere gli ospiti nel 2021 e 2022».

È questa la fotografia degli Stati Uniti – il primo mercato crocieristico al mondo – dove la ripartenza delle navi è stata rimandata di fatto al 2021. Mentre invece in Italia le crociere restano possibili anche dopo le restrizioni del nuovo dpcm e proseguono – con Costa Crociere (del gruppo Carnival) ed Msc Crociere – proprio perché considerate un ecosistema protetto, per via dell’obbligo di tampone pre imbarco, dei test ripetuti a bordo, dei protocolli rigidi per la salute e per la sicurezza di passeggeri ed equipaggio.

Tanto che sempre più spesso sentiamo parlare di “travel bubble” e c’è anche chi si spinge a definire le navi unica zona verde d’Italia in un periodo di chiusure, limitazioni e di regioni che si colorano in base al rischio di epidemia di rosso, arancione e giallo.

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L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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