Lufthansa e i conti della crisi: persi oltre 2 miliardi

Lufthansa e i conti della crisi: persi oltre 2 miliardi
03 Giugno 10:31 2020 Stampa questo articolo

È arrivato il via libera del consiglio di sorveglianza di Lufthansa al piano di salvataggio da 9 miliardi di euro proposto dallo Stato tedesco. Dopo l’accordo raggiunto con la Commissione europea, con una nota ufficiale il supervisory board del Gruppo tedesco ha votato dunque sì al pacchetto di misure offerto dal Fondo di stabilizzazione economica (Wsf) della Repubblica federale.

L’accordo, inoltre, prevede, la riduzione da parte di Lufthansa di quattro aeromobili sia a Francoforte che a Monaco, liberando 24 slot (tre coppie di decolli e partenze al giorno, per aereo) per far posto a una maggiore concorrenza.

La decisione, che adesso dovrà essere approvata anche dalle autorità antitrust e dagli azionisti (l’assemblea straordinaria dei soci è stata convocata per il prossimo 25 giugno, ndr), arriva proprio nel momento in cui Lufthansa ha annunciato i risultati del primo trimestre del 2020. La crisi ha «pesato in una maniera senza precedenti sul nostro risultato e la domanda si riprenderà solo molto lentamente. Per questo dobbiamo controbilanciare una tale situazione con una ristrutturazione di vasta portata», ha detto il ceo del vettore, Carsten Spohr, commentando la perdita netta di 2,1 miliardi di euro del primo quarter dell’anno.

Una crisi, quella dovuta al Covid-19, che obbligherà la compagnia a “ridurre significativamente i costi rispetto ai livelli pre-crisi”, con una ristrutturazione che riguarderà anche le altre filiali del Gruppo. «Nel medio termine, stiamo valutando la vendita di alcune attività che non fanno parte del nostro core business», ha proseguito il manager, sottolineando come sono in corso le trattative con i produttori di aeromobili per rinviare le consegne.

Entro settembre, Lufthansa si è posta l’obiettivo di aumentare la propria offerta per raggiungere a settembre “fino al 40%” di quanto previsto prima della pandemia, servendo il 90% delle destinazioni abituali a corto raggio e il 70% di quelle a lungo raggio.

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Giorgio Maggi
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