Nuovi trend e più regole: il travel cinese ha superato la crisi

Nuovi trend e più regole: il travel cinese ha superato la crisi
27 Ottobre 08:58 2020 Stampa questo articolo

Con 637 milioni di viaggi registrati, e oltre 466,56 miliardi di yuan di ricavi (circa 68,5 miliardi dollari), la Golden Week da poco conclusasi in Cina ha sancito, definitivamente, la ripresa del turismo interno cinese.

E nonostante un calo di circa il 20% rispetto allo stesso periodo nel 2019 – sia in termini di spesa che di affluenza – sono molti i comparti turistici che hanno tirato un sospiro di sollievo. «Alcuni settori hanno persino registrato una crescita rispetto a prima della pandemia, il che indica un sostanziale cambiamento delle esigenze e abitudini di viaggio dei cinesi», racconta a L’Agenzia di Viaggi Magazine Alexander Glos, ceo di i2i Group, società specializzata in strategie di comunicazione per il mercato cinese con particolare focus sul turismo.

«A questo proposito, l’aspetto sanitario è sicuramente un elemento chiave. Ma non si tratta solamente di igienizzare alberghi e ristoranti. In Cina, a chi viaggia, viene misurata la temperatura quando sale e quando scende dall’aereo, e tutti utilizzano un’app che assegna un “codice sanitario” e serve per tracciare contatti, condividere informazioni e dati. Spesso gli operatori sanitari accolgono i turisti in arrivo effettuando una visita medica e facendo compilare un questionario».

Come vengono considerate queste misure dai turisti?
«La cosa importante è che queste misure, non vengono percepite come una violazione dei propri diritti, ma al contrario come misure atte a preservare la sicurezza. E i cinesi non vogliono viaggiare dove non siano implementate misure del genere, perché non si sentirebbero al sicuro».

Ora che il turismo interno si è quasi completamente ripreso, pensa che i cinesi siano pronti a viaggiare di nuovo all’estero?
«È evidente che prima bisognerà che i confini vengano riaperti, e che un vaccino sia disponibile, ma tutti gli elementi ci indicano che i cinesi desiderano andare all’estero il prima possibile. Noi ad esempio, produciamo circa 20 diverse piattaforme su WeChat in Cina, con circa 8 milioni e mezzo di follower, tutti viaggiatori internazionali che intervistiamo regolarmente, e quasi l’80% di loro attende con ansia il giorno in cui si potrà viaggiare all’estero. Per i cinesi, il viaggio all’estero rappresenta principalmente uno status symbol. Atteggiamento, questo, che non è cambiato con la pandemia».

Durante gli otto giorni di festa nazionale si sono imposte alcune nuove tendenze per il turismo cinese. Pensa che dureranno anche dopo?
«Quello che davvero è emerso dalla Golden Week, è la maturità del turismo cinese. E anche se i viaggi di gruppo in Cina costituiscono ancora una parte fondamentale del mercato, i dati ci dicono che il segmento che cresce più in fretta risulta essere quello fit (Free Independent Travelers), in particolare il turismo d’avventura ed esperienziale. Il turista cinese, oggi, è sempre più esperto e maturo. Molti operatori ed enti del turismo, quindi, dovrebbero iniziare a rendersi conto di questo, per sviluppare prodotti adatti».

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L'Autore

Roberta Moncada
Roberta Moncada

Roberta Moncada: Sinologa ed esperta di turismo cinese. Ha vissuto diversi anni in Cina, per poi tornare in Italia, dove attualmente lavora per diversi Tour Operator come accompagnatrice turistica ed organizzatrice di tour ed attività enogastronomiche per turisti cinesi.

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