Risorse pubbliche e private a pioggia per qualificare e digitalizzare il turismo. E i soldi servono subito. È molto esplicito circa le priorità in Italia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto – in collegamento da remoto – stamattina (martedì 30 settembre) al Global Summit del Wttc, facendo eco alla promessa della premier Giorgia Meloni.
Tempo poche ore e dal ministero del Turismo è arrivata la notizia forse più eclatante dell’evento: “La decisione di alcuni membri e ceo di grandi aziende di unirsi e collaborare per effettuare importanti investimenti nella nostra Nazione”, per una cifra pari a 8 miliardi di euro, il più massiccio investimento mai portato in un Paese dal Wttc. “Una scelta che dimostra la fiducia degli operatori globali nel potenziale e nell’attrattività dell’Italia, nonché nella capacità del summit di fungere da catalizzatore per nuove opportunità di crescita, occupazione e sviluppo economico”, sottolinea il Mitur in una nota.
«Questi investimenti si tradurranno anche nella creazione di posti di lavoro, a conferma di come il turismo sia un potente ascensore sociale per le nuove generazioni», ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè.
«Negli ultimi anni – aveva argomentato poco prima Giorgetti – il turismo ha avuto un ruolo anticiclico, nel senso che ha sostenuto il mantenimento del Pil rispetto ad altri settori in crisi, come quello manifatturiero, e con 258 miliardi di dollari (216 miliardi di euro) risulta il decimo Paese al mondo per contributo del comparto. Cifra di rilievo accompagnata da una buona performance operativa: nei primo otto mesi dell’anno i soggiorni sono cresciuti del 6% e ben distribuiti a livello geografico, evidenziando la progressiva destagionalizzazione dei soggiorni. Le attività turistiche, che si caratterizzano per scarse barriere all’ingresso, in Italia presentano ancora un volume degli investimenti abbastanza basso. Ma il senso dell’imprenditorialità italiana ha già reso possibile aumentare le opportunità di lavoro e occorre dare impulso a questa vitalità».
Per Giorgetti ora la vera sfida dell’immediato futuro è la qualificazione del settore, attraverso adeguati investimenti: «Si devono migliorare le competenze e le opportunità di lavoro. Per far questo e assicurare al settore un adeguato sviluppo ritengo che ci siano almeno tre tipologie di investimenti pubblici e privati da declinare nel settore: investimenti infrastrutturali con una pianificazione che deve incorporare anche la variabile della domanda turistica. Investimenti nella formazione tecnica, manageriale e linguistica perché in Italia servono scuole per il turismo moderne ben allineate al fabbisogno e aperte a un immediato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».
«Infine la terza tipologia, quella più sfidante, che riguarda gli investimenti nella digitalizzazione. Negli ultimi 20 anni – ha chiuso il ministro – quegli imprenditori che hanno compreso il valore della tecnologia applicata alla gestione delle loro aziende, in poco tempo sono diventati dei colossi. Ma ora questa sfida si raddoppia ed è in gioco la competitività dell’Italia turistica nel suo insieme. Gli imprenditori, tutti, devono essere all’altezza della vocazione turistica del nostro Paese. E per questo obiettivo il governo, con il Mef in particolare, farà la sua parte e continuerà a lavorare al fianco delle imprese».



