Parchi divertimento, in Italia un giro d’affari da 376 milioni

19 Giugno 14:42 2019 Stampa questo articolo

Ottovolanti e giochi d’acqua coi delfini possono fare la differenza per l’incoming italiano, votato alla diversificazione della propria offerta turistica. Ne sono convinti i vertici di Appi (Associazione Parchi Permanenti Italiani) e di Anesv (Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti), entrambe facenti parte di Federturismo, presentando a Roma il primo “Rapporto sui parchi di divertimento in Italia” che contiene numeri di tutto rispetto.

I 230 parchi tematici e di divertimento del nostro Paese, infatti, hanno toccato un giro d’affari di 376 milioni di euro ai quali vanno aggiunti circa 800 milioni di euro dell’indotto, con  18,4 milioni di biglietti venduti ed un trend annuale di crescita a doppia cifra che è stimato intorno al +10%.

E delle potenzialità e del contributo di questo comparto ne è sicuro lo stesso ministro, Gian Marco Centinaio, che ha ospitato la presentazione nella sua sede del Mipaaft: «Oggi l’Italia che punta alla clientela alto spendente, deve poter diversificare quanto possibile la sua già vasta offerta e tutta l’area dei parchi tematici di divertimento può diventare una componente di grande appeal per visitatori italiani ed esteri. Nel pieno della stagione estiva che qualcuno ha già sentenziato essere deludente con un segno meno per il nostro turismo – anche se i tour operator che ho incontrato sono meno pessimisti di certi media – la presenza sul mercato di parchi di grande appeal, può garantire una tenuta del nostro incoming e magari fare da volano per valorizzare ancor di più il territorio».

E Giuseppe Ira, presidente dell’Appi, ha aggiunto ricordando che «la nostra industria è in crescita sostenuta e questo vuol dire una forte incidenza su tutto l’indotto turistico-ricettivo, oltreché occupazionale. Abbiamo stimato che accanto ai 20mila addetti diretti, si registrano almeno 60mila assunzioni stagionali. Possiamo oggi dire, almeno in Europa, di non essere secondi a nessuno e di poter competere con Francia e Germania che pur vantando, in questo settore, numeri molto consistenti».

Gli ha fatto eco Aldo Maria Vigevani, ceo di Gardaland «Stiamo tutti lavorando per prolungare sia la stagionalità che i tempi media di permanenza nei nostri parchi e far sì che la semplice visita si trasformi in una vera e propria vacanza dedicata, generando così positive ricadute su tutto il territorio circostante. Sul fronte dell’hôtellerie, lo scorso anno, i parchi tematici di divertimento hanno prodotto 1 milione di posti letto venduti tra alberghi convenzionati e resort interni ai parchi. È un segnale forte sulle potenzialità della nostra industria dell’entertainment. E la nostra associazione ha stimato che almeno 1.000 strutture ricettive sono coinvolte nel business dei parchi di divertimento. Può bastare il solo esempio dell’area del Garda dove lo scorso anno si sono registrati 5,5 milioni di arrivi, 24 milioni di presenze  di cui un buon 40% ha scelto il nostro parco come destinazione».

Ma che la sfida sia all’estero ne è persuaso anche Giorgio Bertolina, amministratore delegato di Costa Edutainment: «La nostra scommessa del futuro è scalare la posizione nel rating internazionale e ben presidiare alcuni bacini esteri, in particolare quelli europei per poi lanciare la sfida ai mercati lontani come India e Cina. Ma per far questo occorre creare una complementarietà vincente del prodotto-parchi con le altre tipologìe d’offerta dell’incoming, dal mare all’arte».

Ed in questa sfida anche i parchi marini possono fare la loro parte, come ha infine ricordatoRenato Lenzi, amministratore delegato di Zoomarine: «I nostri momenti di aggregazione con gli animali – vedi il successo dei giochi coi delfini e i nostri innovativi intrattenimenti come il Music Tube, che consente di scegliere la musica preferita per fare gli scivoli d’acqua, ideato dal nostro direttore artistico Claudio Cecchetto – dimostrano che anche le nostre proposte rientrano in quel turismo esperienziale che va molto di moda in Italia e nel mondo».

E sulla valorizzazione del territorio e la combinazione di offerte lavora anche Mirabilandia, come ha confermato il direttore generale, Riccardo Marcante, ribadendo la necessità di intercettare sempre e comunque i trend del momento tra le famiglie e i giovani per presidiare i mercati italiano ed esteri.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

Guarda altri articoli