Più egoista e meno connesso: l’identikit del consumatore 2020

17 Gennaio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Consapevole, digitale, connesso sì ma non troppo; e sempre alla ricerca d’innovazione, autenticità e di esperienze, uniche nei servizi e nei prodotti. È questo il profilo del consumatore tipo del 2020, tracciato da Euromonitor International che ha pubblicato in questi giorni il report The Top 10 Global Trends of Consumer, curato da Gina Westbrook, direttore di Consumers Trends.

Innanzitutto, rispetto al recente passato, il consumer di oggi non si affida più a occhi chiusi a un brand, non si lascia influenzare dalla sua forza sul mercato. È molto più egoista e attento a soddisfare prima di tutto le sue necessità. Da qui l’obbligo delle aziende di innovare, realizzare prezzi accessibili ed esteticizzare i propri prodotti o servizi.

Questo anche perché il consumatore digitale è consapevole, ovvero esperto, ed ha già assorbito o condiviso informazioni. L’uso frequente e costante di app spinge ormai lo spinge a personalizzare sempre più il proprio acquisto. In estrema sintesi, rispetto al recente passato non c’è più il maniacale ricorso ai canali social o al marketing del marchio, ma un crescente “prendersi cura di se stessi e delle proprie sensazioni” – questo è il nuovo concetto di vero lusso – anche nell’atto dell’acquisto.

A conti fatti, secondo questi parametri, conta sempre meno la forza di penetrazione del marchio, o l’attività marketing intorno ad uno specifico prodotto. Altro passaggio chiave nell’evoluzione del consumer del 2020 è la sua capacità di essere di più versatile e di progettare e personalizzare la propria vita, richiedendo all’istante prodotti e servizi in grado di soddisfare il proprio ego.

IL CONSUMATORE SELFISH. Da queste considerazioni diventa essenziale, per ogni azienda, tanto più se rivolta al tempo libero ed al turismo leisure, di gestire i dati utente con estrema attenzione, facilitando l’approccio del potenziale cliente a prodotti e servizi molto selfish (individualisti), che diano immediata certezza di personalizzazione e di alto indice esperenziale, quasi ai limiti dell’egoismo.

Accanto a questo il report di Euromonitor ha rilevato una crescente voglia di autenticità che consente al consumer di esprimere la propria individualità e di vivere i prodotti e servizi autentici come esperienza unica, molto personale e ben distante dal concetto di massa. Se è vero che il mercato detta le regole, ebbene il cliente del 2020 è stanco di prodotti generici e le stesse grandi aziende devono orientarsi su prodotti di nicchia per poter intercettare questi nuovi bisogni di consumo. Infatti ciò che nel report viene definito Conscious Consumer è il target di riferimento con il quale gran parte delle aziende dovranno confrontarsi.

Altro dato di rilievo è la disaffezione alla connessione continua: oggi i consumer, in particolare i millennial, stanno approcciando ad una disconnessione pianificata per riconquistare spazi e tempi, delimitando, ad esempio, le proprie consultazioni su internet, visto come strumento spesso all’origine di stress troppo elevati.

Da qui la conclusione che la connessione è limitata ai servizi e prodotti essenziali. «Ma questo anche perché – osserva Gina Westbrook – l’accelerazione di internet mobile, sta guidando esperienze interattive live online con tempi ristretti e facilitando la consultazione all’istante».

PIÙ SINGLE IN CAMPO. In altre parole siamo di fronte ad un cliente digitale, connesso ma non troppo, che pretende all’istante informazioni e consulenze specifiche, in base alle info già in suo possesso. Sarà impegnativo per le varie aziende, essere al passo coi tempi dettati dal consumer, ma, secondo questo report, è l’unico modo per intercettarli e magari conquistarli.

Infine un rilevamento che dovrà far riflettere: sempre meno famiglie, sempre più single. Vale a dire che il target di clientela da qui ai prossimi dieci anni sarà prevalentemente composto da cosiddette famiglie monoparentali, da singoli individui alla ricerca di comfort a basso costo, del lusso di una personalizzazione dei prodotti e servizi e sempre meno propenso a farsi influenzare soltanto dai social. Un nuovo, repentino cambiamento epocale col quale le aziende dovranno fare i conti.

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