Stop al corrispettivo elettronico da Fto e Confcommercio

28 Marzo 08:46 2019 Stampa questo articolo

Rinviare al 1° gennaio 2020 l’obbligo dei corrispettivi elettronici anche per quei commercianti (adv comprese) che generano volumi d’affari superiori a 400mila euro. Tenendo in considerazione il ritardo dei decreti attuativi e le possibili difficoltà operative che le imprese si troveranno ad affrontare per adeguare o acquisire i registratori di cassa. È la richiesta che Confcommercio fa al governo mediante una lettera che il presidente Carlo Sangalli ha spedito al ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria.

Da parte sua Fto, la federazione del turismo che fa capo a Confcommercio, chiede ancora di più: l’esclusione della categoria delle agenzie di viaggi dal nuovo adempimento.

Carlo Sangalli - Confcommercio

“Si ritiene che i tempi – si legge nella missiva di Sangalli – per l’entrata in vigore dell’obbligo dal prossimo luglio, peraltro introdotto a soli pochi mesi dall’avvento della fatturazione elettronica nei rapporti tra privati e in concomitanza al debutto dei nuovi Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (Isa), siano troppo brevi anche per le imprese più strutturate, e per questo è indispensabile prevederne il rinvio al 1° gennaio attraverso uno dei prossimi provvedimenti legislativi che emanerà il governo”.

Ma ancor prima della dilazione, Fto ritiene sia giusto l’esonero delle adv dall’obbligo dei corrispettivi elettronici, sottolineando come “le agenzie furono a suo tempo inserite nell’elenco delle esenzioni dall’emissione della ricevuta o scontrino fiscale con il dpr n° 696 del 1996”. Ribadendo che “sarà infatti il ministro dell’Economia e delle Finanze che con decreto potrà prevedere specifici esoneri proprio in ragione della tipologia di attività esercitata”.

Gabriele Milani

Si tratta di un imminente obbligo che, aggiunge la federazione, “potrebbe interessare oltre il 60% delle imprese di viaggi italiane, che dovrebbero appunto dotarsi di un adeguato misuratore fiscale dei corrispettivi ordinari. La soglia del volume d’affari stabilita dalla norma, infatti, potrebbe essere superata facilmente se sommiamo l’attività di organizzazione e rivendita di viaggi con la vendita di servizi singoli, le provvigioni e le fee di intermediazione”.

«Nell’ultimo anno – spiega Gabriele Milani, direttore di Fto – le spese e gli adempimenti si sono moltiplicati tra privacy, fatturazione elettronica e Pci-Dss, e sono aumentate le responsabilità a seguito della direttiva pacchetti. Senza contare che da quest’anno farà il suo debutto anche l’Isa, che sostituisce lo studio di settore».

«Ci stiamo muovendo con fermezza affinché non si aggiunga un ulteriore onere oltre alla relativa spesa, che tra l’altro è sovradimensionato rispetto ai volumi di transazioni che generano corrispettivi ordinari oltre che non idoneo alla complessa realtà operativa delle agenzie di viaggi», conclude Milani, che ha chiesto inoltre un’eventuale convenzione tecnologica per i soggetti che fanno tante transazioni: si pensi a coloro che hanno un’apertura al pubblico per la gestione delle escursioni giornaliere.

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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