Tahiti pubblica la roadmap 2027 e punta sul green e l’inclusione

Tahiti pubblica la roadmap 2027 e punta sul green e l’inclusione
22 Dicembre 12:41 2022 Stampa questo articolo

È stata pubblicata la roadmap de Le Isole di Tahiti, Fari’ira’a Manihini 2027, che delinea una strategia innovativa per proteggere le risorse naturali, apportare benefici alla popolazione locale e preservare un’offerta turistica di altissima qualità.

Il piano riguarda i prossimi cinque anni, mira a posizionare la Polinesia francese (nota anche come Le Isole di Tahiti) come una delle destinazioni leader nel Pacifico per il turismo inclusivo e sostenibile. Si tratta di un piano cruciale che è stato costruito insieme alla popolazione locale e agli operatori turistici, pubblici e privati.

Al centro del progetto ci sono le esigenze economiche e culturali della popolazione tahitiana, dislocata su 118 isole e atolli del Pacifico meridionale. Un pilastro fondamentale del piano è la gestione del tasso di visite, previsto a 280mila turisti entro il 2027. Questo tetto massimo manterrebbe l’obiettivo di un abitante per un visitatore con l’attuale popolazione di 278.781 abitanti secondo l’ultimo censimento (2022).

«Le Isole di Tahiti dovrebbero rimanere una destinazione di slow tourism, un piccolo angolo di paradiso con un servizio eccezionale focalizzato su esperienze, cultura e incontri con la popolazione locale», secondo Jean-Marc Mocellin, direttore generale di Tahiti Tourisme.

Édouard Fritch, presidente della Polinesia Francese, ha espresso il proprio impegno per una crescita sostenibile, basata sulla conservazione e sul miglioramento dello stile di vita della popolazione locale, in ciascuno dei territori: «Il senso di Fari’ira’a Manihini 2027 è quello di garantire il rafforzamento di un legame autentico e sincero tra coloro che vengono da fuori e coloro che, qui, accettano di accoglierli».

Con un numero record di 236.000 visitatori nel 2019, la Polinesia francese è ancora lontana dall’essere una destinazione turistica di massa. La politica del governo è quella di favorire soggiorni più lunghi e di distribuire il flusso di turisti e i benefici economici annessi tra le diverse isole, implementando miglioramenti infrastrutturali e investimenti. In questo modo si alleggerirà la pressione sulle destinazioni più conosciute, come Tahiti, Moorea e Bora Bora. Se questa strategia avrà successo, il limite potrà essere rivisto nel 2027.

Oltre al numero di visitatori, sono state individuate più di 95 iniziative e 40 azioni secondarie che spaziano dalla gestione dei rifiuti all’ampliamento delle reti wifi fino allo sviluppo di parchi ecoturistici e sentieri escursionistici.

«Con la reputazione internazionale de Le Isole di Tahiti, siamo fortunati a non essere ancora una destinazione turistica di massa. Il previsto aumento dell’attività turistica ha fatto emergere la necessità di adottare una forma di turismo sostenibile e mirato – ha concluso Mocellin – Dal punto di vista dell’investitore  è rassicurante che la destinazione adotterà una strategia decisa per evitare l’overtourism, che potrebbe potenzialmente svalutare qualsiasi investimento».

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