Usa, la lista nera di Trump:
travel ban su 12 Stati

Usa, la lista nera di Trump: <br>travel ban su 12 Stati
05 Giugno 10:45 2025

Il presidente Donald Trump ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti alle persone provenienti da 12 Paesi, principalmente di Africa e Medio Oriente, riprendendo l’impegno del suo primo mandato. Il travel ban, che entrerà in vigore lunedì 9 giugno, impedisce l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. I cittadini di questi Paesi non potranno restare in modo permanente negli Stati Uniti, né ottenere visti turistici o per studenti.

Trump ha inoltre imposto restrizioni, senza però arrivare a un divieto totale, ai viaggi da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. La decisione ripropone una politica del primo mandato di Trump, che causò caos negli aeroporti e portato a cause legali.

COSA DICE TRUMP

L’amministrazione Trump ha giustificato la decisione con motivi di sicurezza nazionale e ha affermato che il presidente ha preso la sua decisione dopo aver esaminato un rapporto del dipartimento di Stato. Le autorità hanno affermato che il divieto è necessario per costringere i governi stranieri a collaborare con il loro programma e a far rispettare le leggi sull’immigrazione degli Stati Uniti. I Paesi inclusi nel divieto sono stati ritenuti inadeguati in termini di procedure di controllo di sicurezza per il rilascio di passaporti o altri documenti di viaggio e presentano un tasso elevato di cittadini rimasti negli Stati Uniti con un visto scaduto.

Il presidente ha aggiunto che l’elenco degli Stati colpiti dal divieto non è immutabile: un Paese potrà essere rimosso se apporterà «miglioramenti sostanziali» alle proprie procedure di screening. «Allo stesso modo», ha detto Trump, «nuovi Paesi potrebbero essere aggiunti». La decisione è arrivata pochi giorni dopo l’arresto di un egiziano in Colorado, accusato di aver compiuto un attacco contro un gruppo che rendeva omaggio agli ostaggi detenuti a Gaza. «Il recente attacco terroristico a Boulder, in Colorado, ha evidenziato gli estremi pericoli che l’ingresso di cittadini stranieri non adeguatamente controllati, così come di coloro che vengono qui come visitatori temporanei e che superano la durata del visto, rappresenta per il nostro Paese», ha dichiarato Trump, in un videomessaggio che annunciava i divieti. «Non li vogliamo». L’Egitto non figura nell’elenco dei Paesi esclusi.

TRAVEL BAN SOTTO ESAME

La versione attuale del divieto di viaggio ha maggiori probabilità di superare l’esame legale rispetto agli sforzi iniziali di Trump durante il suo primo mandato, hanno affermato gli esperti legali interpellati dal New York Times. «Sembrano aver imparato qualcosa dai tre diversi cicli di contenziosi che abbiamo affrontato durante la prima amministrazione Trump», ha affermato Stephen Vladeck, professore al Georgetown University Law Center. “Ma molto dipenderà da come verrà effettivamente applicato, e se verrà applicato in modi di per sé illegali o addirittura incostituzionali». Vladeck ha affermato che la lunga preparazione del divieto, inclusa l’analisi condotta dal segretario di Stato, e la varietà dei Paesi coinvolti lo hanno reso meno vulnerabile rispetto al divieto emesso durante la prima amministrazione Trump.

Durante il suo primo mandato, Trump cercò di applicare due versioni del travel ban, ma i tribunali le bloccarono. La Corte Suprema, infine, autorizzò l’entrata in vigore di un divieto riscritto, che riguardava i cittadini di otto nazioni, sei delle quali a maggioranza musulmana. Il presidente Joe Biden, poi, revocò i divieti di Trump subito dopo il suo insediamento, nel 2021, definendoli «una macchia sulla nostra coscienza nazionale» e «incoerenti con la nostra lunga storia di accoglienza di persone di tutte le fedi e di nessuna fede».

LE ESENZIONI

Le persone con visti esistenti saranno esentate dal divieto. Altre esenzioni includono i titolari di green card, gli atleti che si recano negli Stati Uniti per la Coppa del Mondo o le Olimpiadi, i possessori di una doppia nazionalità, chi ha familiari statunitensi, chi è stato ammesso come rifugiato, gli iraniani perseguitati per motivi religiosi e gli afghani che hanno diritto al programma Special Immigrant Visa, riservato a coloro che hanno aiutato il governo statunitense durante la guerra in Afghanistan.

 

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Patrizio Cairoli
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