Uvet, le agenzie e quella cravatta sciolta

30 Novembre 12:20 2018 Stampa questo articolo

Togli la giacca, sciogli il nodo alla cravatta. Sbottona la camicia bianca. E le scarpe lucide? Via, non servono. È il cambio d’abito di Uvet. La svestizione dai panni inamidati del business travel puro, che ora diventa un’esigenza per il Gruppo di Luca Patanè. Lo sviluppo dell’anima leisure – necessario dopo le acquisizioni dei t.o. Settemari e Condor (oggi Jump) e di Blue Panorama – passa anche da qui: da uno stile casual, da un atteggiamento colloquiale più affine al mondo delle agenzie di viaggi. 

E questo sarà uno degli elementi-chiave anche nell’operazione di rilancio del network: il valore aggiunto human to human, decisivo quanto commissioni, incentivi e nuovi strumenti digitali a disposizione dei punti vendita. Uvet Travel System – così lo ha ribattezzato il nuovo direttore Andrea Gilardi – dovrà parlare la lingua delle adv e vestire i suoi panni. Ogni agenzia dovrà potersi identificare con il suo network e viceversa.

È per questo che, tolta la giacca e indossato il giaccone, Uvet ha organizzato per metà dicembre una giornata a Praga per i mercatini di Natale, a cui parteciperanno anche alcuni partner. Ed è per la stessa ragione che Patanè, neo sponsor del Kometa Cycling Team Continental di Ivan Basso e Francisco Javier Contador, ha lanciato la proposta delle proposte: una biciclettata di gruppo in Franciacorta. Manager e agenzie pronti a correre per la prima volta insieme.

Se il tema di quest’anno del BizTravel è stato “Bigger o Faster?”, non è escluso che nel 2019 possa essere “Together” o qualsiasi altro slogan efficace a comunicare intelligenza emotiva. Una dote che va appresa, raffinata e valorizzata quanto più si sviluppa l’altra intelligenza: quella artificiale.

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Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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