Il campanile di piazza San Marco ha detto stop (per il secondo anno di fila). Il registro di cassa di Ca’ Farsetti segna 5 milioni e 400mila euro al termine della seconda sperimentazione del contributo di accesso a Venezia: 5 euro se prenotato in anticipo, 10 se a ridosso della visita, ovvero nei tre giorni precedenti. Un anno fa furono 2,4 milioni, i costi di gestione viaggiano intorno ai 2 milioni.
Sono stati 720mila – con picchi superiori ai 25mila al giorno – i visitatori paganti in 54 giorni (rispetto ai 29 di un anno fa), tutti i venerdì, sabato e domenica nel periodo tra il 18 aprile e le 16 del 27 luglio 2025. Ammontano a 445mila le verifiche effettuate sui Qr Code nei punti di accesso alla città, 2.500 i verbali emessi, tra contestazioni e richieste di informazioni aggiuntive.
Ora i dati saranno incrociati e studiati e diffusi nei prossimi giorni, dal Ciset – Centro internazionale di studi sull’economia turistica – e dagli uffici comunali competenti. Poi sarà definita la strategia per il 2026: il Comune, infatti, ha deciso di non diffondere i dati quotidianamente come nel 2024, ma aggregati.
La sperimentazione, lo ricordiamo, prevede che il contributo debba essere pagato dai visitatori del centro storico della Serenissima che non pernottano nel territorio comunale, non risiedono in Veneto e non abbiano amici, parenti o impegni lavorativi in città.
Intanto, il Comune gongola: «I risultati registrati ci confermano la bontà della scelta fatta dall’amministrazione Brugnaro – sottolinea l’assessore al bilancio, Michele Zuin – Il sistema ha funzionato anche in questo secondo anno di sperimentazione, dimostrando di poter conciliare l’obiettivo di regolamentare i flussi turistici giornalieri con l’accessibilità e la trasparenza verso i visitatori».
«Il meccanismo della prenotazione anticipata ha incentivato comportamenti responsabili e consapevoli – prosegue Zuin – L’obiettivo non è fare cassa: le risorse raccolte, al netto dei costi di gestione, saranno destinate a interventi a beneficio dei residenti e delle attività economiche, a partire dal mantenimento della riduzione della Tari. In ogni caso, altre imposte sul turismo potrebbero generare incassi ben maggiori, a partire dall’imposta di soggiorno (37 milioni nel 2024)».
«La strada è tracciata – osserva l’assessore al Turismo, Simone Venturini – I dati raccolti saranno ora oggetto di analisi incrociata con le altre banche dati a disposizione dell’amministrazione, sia proprie che regionali e nazionali, per valutare gli impatti che le novità introdotte hanno comportato in materia di flussi giornalieri. Saranno approfonditi anche i temi della comunicazione e del controllo al fine di arrivare ad un costante miglioramento del sistema».



