Air France-Klm, muro dei sindacati contro Smith

29 Agosto 11:43 2018 Stampa questo articolo

Sciopero sì, sciopero no. A pochi giorni di distanza dalla nomina di Benjamin Smith, ex numero due di Air Canada, a nuovo amministratore delegato del gruppo Air France-Klm  sulla stampa francese si rincorrono le voci di possibili nuove agitazioni da parte dei dipendenti del vettore francese durante il prossimo mese di settembre.

A farlo capire, durate un’intervista all’emittente di FranceInfo, è stato il co-segretario generale di Cgt Air France Vincent Salles che ha sottolineato come «gli impiegati del vettore si sentano in collera e presi in giro».

All’origine di tutto, la nomina sul gradino più alto della compagnia di un manager esperto di trasporto aereo, francofono, ma non di nazionalità francese e conosciuto «per avere fatto nella sua carriera accordi sindacali al ribasso, favorendo la crescita del segmento low cost di Air Canada, a danno della compagnia principale». Il timore, ovviamente, è che possa fare lo stesso anche sulle rive della Senna.

FRONTE COMPATTO DEI SINDACATI. Insomma, se un nuovo sciopero non è stato ancora indetto, quel che è certo è che le sigle sindacali tutte – da quella più importante, la Cgt, alle altre otto che raccolgono piloti, hostess, steward e personale di terra – vogliono mettere sotto pressione il nuovo management, senza cambiare di una virgola le proprie rivendicazioni: un aumento del 5,1% dei salari, corrispondente al recupero dell’inflazione del periodo 2012-2017.

A gettare nuove nubi sul futuro del gruppo franco-olandese ci sono poi le trattative relative al rinnovo del contratto dei piloti di Klm, attualmente in una fase di impasse tanto che i rappresentanti sindacali olandesi di categoria hanno più volte dichiarato di avere intenzione di pianificare nel prossimo futuro azioni tali «da cambiare il punto di vista del management».

Approfondimento: Benjamin Smith nuovo ceo di Air France-Klm

La nomina del manager canadese (che aveva iniziato il suo percorso professionale come agente di viaggi) sarebbe poi avversata dai sindacati francesi non solo per il mega stipendio che gli è stato garantito (900mila euro di base, che tramite i bonus possono arrivarea 4,25 milioni, ovvero circa il triplo del suo predecessore), ma anche il fatto di essere visto come un uomo ben visto dai mercati internazionali. «Gode del favore della finanza, da quando il suo nome è apparso sulla stampa, il titolo di Air France-Klm ha guadagnato molto», ha ribadito Salles.

IL CASO KLM. Tra i problemi che si troverà di fronte Smith, gli analisti indicano la necessità di riequilibrare i rapporti di forza tra i due alleati. Attualmente, infatti, è il vettore olandese ad operare in modo più efficiente, trainando di fatto i conti positivi dell’intero gruppo, con un margine operativo che lo scorso anno è stato dell’8,8%, contro il 3,7% dei cugini francesi. Merito del fatto che volare via Amsterdam è più profittevole che farlo via Parigi, come dimostra il fatto che la percentuale di connessioni dal Charles De Gaulle è scesa al 58% rispetto all’iniziale 63%, a tutto vantaggio delle coincidenze effettuate da Schiphol.

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Giorgio Maggi
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