Dall’Umbria alla Toscana: prende vita “Scopri l’Italia che non sapevi”

Dall’Umbria alla Toscana: prende vita “Scopri l’Italia che non sapevi”
12 Febbraio 07:00 2024 Stampa questo articolo

Le Regioni italiane stringono un patto e varano “Scopri l’Italia che non sapeviViaggio Italiano”. Una strategia, illustrata a Bit, che rientra nel Piano di Promozione Nazionale 2022 del Mitur, in collaborazione con Enit, e lancia due iniziative, “Cammini Aperti” e “Aromi d’Italia”. Un progetto, lanciato nei mesi scorsi, che ora prende vita.

“Cammini Aperti”, che si terrà il 13 e il 14 aprile, è composto da 42 itinerari, due per ogni regione: previsti oltre 2.000 partecipanti, previa iscrizione gratuita su www.italia.it/it/viaggio-italiano. Ideato e progettato dalla Regione Umbria – realtà capofila del turismo lento – vede il coinvolgimento di tutte le regioni: ognuna selezionerà gli itinerari tra quelli presenti nel catalogo dei cammini religiosi del ministero del Turismo, nell’atlante dei cammini del ministero della Cultura o nell’atlante dei cammini regionali. Le passeggiate saranno condotte da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna. Ogni percorso deve avere una lunghezza tra i 6 e i 10 km e un dislivello positivo non superiore ai 300 metri, così come il dislivello negativo.

«L’Umbria, grazie al fascino delle sue bellezze naturali, alla ricchezza culturale dei suoi territori e alle sue pregiate produzioni enogastronomiche, sta diventando sempre di più un forte attrattore turistico per il Paese – spiega Paola Agabiti, assessore al Turismo della Regione Umbria –  Con il progetto dedicato ai Cammini, si punta a sviluppare tutta la rete dei cammini religiosi e dei sentieri naturalistici, valorizzando i contesti territoriali e preservandone le identità. Dalla prima indagine Enit realizzata da Touring club e Ipsos per analizzare il fenomeno del turismo lento, l’Umbria è risultata una delle tre regioni più apprezzate da italiani e stranieri: un risultato lusinghiero per la nostra regione che ha superato sul versante turistico tutte le aspettative con sette milioni di presenze registrate».

Turismo lento è anche enogastronomia, tematismo verticale curato dalla Toscana.  “Aromi d’Italia” è un giro alla scoperta della cucina italiana e le ricette regionali diventano un vero e proprio profumo.

«Scoprire un territorio in modo slow vuol dire anche assaporarne i prodotti tradizionali, veri e propri ambasciatori della cultura e della storia del nostro Paese – commenta Leonardo Marras, assessore all’Economia e al turismo della Regione Toscana – Così, per promuovere il turismo lento dal punto di vista dell’enogastronomia abbiamo scelto di fare ricorso ai profumi senza tempo della cucina tipica di ogni regione, gli aromi che segnano esperienze di scoperta e riscoperta.  Daremo il nostro contributo al progetto nazionale costruendo una grande “mappa aromatica” dell’Italia per raccontare le diverse regioni attraverso il progetto “Aromi d’Italia”. L’aroma ha la possibilità di suggestionare il consumatore evocando ricordi conservati nella parte più profonda della memoria, riportando nella sfera cosciente emozioni dimenticate».

Il progetto parte dalla definizione di questi aromi, un sondaggio tra esperti, addetti ai lavori, comunicatori per identificare con certezza il profumo di ogni regione. Si procede poi con il fissare ogni aroma in un kit olfattivo da divulgare a giornalisti, influencer operatori della comunicazione turistica, per consolidare il rapporto tra destinazione e profumo gastronomico.

A rafforzare ulteriormente la valorizzazione dell’enogastronomia regionale ci sarà poi un vero e proprio tour, che da nord a sud, isole comprese, farà leva sulle degustazioni dei diversi piatti. Tra aprile e maggio “Drive My Tasting” girerà l’italia: si tratta di un esclusivo bus, unico, arredato con una cucina professionale e tavoli per 30 coperti, pronto ad accogliere gli ospiti che ceneranno e potranno ammirare le bellezze di “quella tappa” da un punto di vista privilegiato.

«Il turismo lento rappresenta un segmento in forte ascesa che favorisce anche la sostenibilità soprattutto in termini di destagionalizzazione, decongestione dei flussi e creazione di nuove opportunità di lavoro – sottolinea il ministro del Turismo, Daniela Santanchè – Inoltre, è un modo di viaggiare che ben si sposa con l’enogastronomia, fattore identitario noto in tutto il mondo e dal fortissimo potere di attrazione per i turisti italiani e stranieri. Ecco perché questi due progetti formano un connubio vincente e indissolubile nell’ottica di ampliare la strategia di comunicazione delle eccellenze dei nostri territori».

«Mettere a sistema i cammini come prodotto turistico, con loro specifiche identità e omogeneità – prosegue Santanchè –  è una delle sfide che il governo si pone in ambito turistico. I cammini religiosi – su cui nell’ultima legge di bilancio abbiamo stanziato ulteriori 15 milioni, per un ammontare complessivo di oltre 19 – costituiscono un’occasione preziosa in vista del Giubileo 2025, che vedrà arrivare oltre 30 milioni di turisti solo a Roma. Un appuntamento che non deve farci trovare impreparati: dobbiamo lavorare insieme – ministero, regioni e gestori dei cammini – stabilendo una tabella di marcia di interventi in tema di percorribilità, segnaletica, servizi accessori e campagne di comunicazione mirate».

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