Turismo Lgbtq, l’Italia rincorre le eccellenze europee

19 Settembre 12:23 2018 Stampa questo articolo

All’estero l’offerta turistica Lgbtq dell’Italia non convince ancora. Il nostro Paese, nella classifica degli Stati della Ue per migliore qualità della vita offerta ai residenti Lgbtq, si posiziona solo al 9° posto lasciando il primato a Spagna e Germania. Osservando il dato nel dettaglio, a penalizzare di più il nostro Paese sono i viaggiatori che rispondono dalla Russia e dal Brasile, mentre gli americani assegnano all’Italia un punteggio migliore portandola all’ottavo posto.

L’ambasciatore di Iglta (Associazione internazionale del turismo gay e lesbian) in Italia, Alessio Virgili, già presidente del Comitato Promotore Milano-Iglta 2020, ha diffuso in una nota alcuni dati – emersi nell’ultima ricerca condotta da European Travel Commission e Iglta sull’Europa – riguardanti la percezione dell’Italia all’estero dal punto di vista del turismo Lgbtq. Rispetto agli Stati Ue che offrono la migliore esperienza di vacanza ai viaggiatori Lgbt l’Italia si aggiudica il 6° posto, ricevendo anche qui un miglior voto favorevole da parte del mercato americano ma anche russo.

Invece in termini di migliori eventi o festival di settore l’Italia non è classificata. «Eppure l’Italia ha eventi e manifestazioni Lgbtq d’eccellenza che lasciano ogni volta sbalorditi i turisti che casualmente vi partecipano – dice Virgili – Dal Festival Mix del Cinema Lgbtq di Milano (oltre 10mila persone in soli quattro giorni di rassegna in una location emblematica come il Teatro Piccolo di Milano), unica manifestazione gay in Europa per tipologia, dimensione e durata, al Gay Village di Roma (4mila persone a serata nella cornice suggestiva di Testaccio)».

La ricerca è stata svolta sui mercati principali quali Brasile, Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti. L’80% del campione intervistato ha dichiarato che si aspetta di visitare l’Europa nei prossimi tre anni, con il 92% che ha dichiarato di aver già visitato l’Europa e spera di ripetere la visita.

«Questa ricerca dimostra quanta strada ci sia ancora da fare, anche se la posizione dell’Italia è migliorata negli ultimi anni – aggiunge Virgili – Sono preoccupato, invece, che tutti gli sforzi fatti a oggi possano essere vani. Fino ad ora questo governo non ha dato segnali incoraggianti e l’Italia non può permettersi di tornare indietro. In primis per senso civico e in seconda battuta perché significherebbe danneggiare aziende e istituzioni che hanno creduto e investito nel turismo Lgbtq, segmento turistico high spender che può essere d’aiuto a destagionalizzare i flussi.

«Abbiamo un appuntamento a cui non possiamo arrivare impreparati, quello della convention mondiale Iglta 2020, in cui gli occhi di molti operatori e istituzioni turistiche internazionali saranno rivolti verso l’Italia – ricorda Virgili – Spero che la politica nazionale sappia cogliere con lungimiranza questa grande occasione senza la miopia ideologica che sembra aver caratterizzato le prime dichiarazioni di alcuni esponenti del nostro governo».

 

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