Un anno di Jelinic: «Ora Fiavet è internazionale»

02 Luglio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Era il 30 maggio 2018 quando Ivana Jelinic prese le redini di Fiavet. Un anno “volato” quella della presidentessa umbro-croata, che decide adesso di tirare le prime somme dell’attività della federazione sotto la sua guida.

Un bilancio dei primi dodici mesi di presidenza.
«È stato un primo anno pieno di attività. Abbiamo iniziato subito a occuparci dei contratti di viaggio da fornire alle adv, sia per la clientela individuale che per il business travel, con uno schema condiviso con altre associazioni, e successivamente ratificato e sottoposto al placet dell’Unione consumatori. Abbiamo poi seguito le vicende legate alla fatturazione elettronica, che è stata una vera e propria “clava” sulla testa degli agenti, che ci ha imposto di organizzare seminari sul territorio, di emanare circolari e stilare aggiornamenti anche online su temi complessi e regole per le quali ancora adesso le adv fanno una gran fatica ad adattarsi».

E sul fronte internazionale?
«I rapporti con l’estero sono stati rilanciati fin dai primi mesi della mia presidenza. Siamo tornati interlocutori importanti per molti Paesi stranieri e abbiamo riavviato le missioni internazionali, a cominciare dalla Croazia, proseguendo con la Turchia. Ora il dialogo è aperto con Senegal, Libano e non solo».

Tre buoni motivi per iscriversi a Fiavet?
«In primis per beneficiare di una vera e propria attività di lobbying a favore della categoria delle agenzie di viaggi, sia a livello nazionale, che locale. In secondo luogo per assicurarsi una concreta difesa dei propri interessi con consulenze legali e fiscali mirate e a tutto campo, elementi indispensabili in adv, dove molto spesso i consulenti ordinari non sono competenti in situazioni specifiche. Motivo numero tre: il supporto offerto agli agenti attraverso ricerche e indagini che abbiamo cominciato a promuovere per capire come e dove va il mercato».

Riguardo a New Gen Iss e al Bsp quindicinale, le adv spagnole hanno abbandonato il tavolo con Iata e quest’ultima sta cercando di recuperare. Puntare i piedi a volte serve. È una strategia percorribile anche in Italia?
«In Italia siamo andati troppo avanti, con una Iata che ha dimostrato anche in passato la totale indisponibilità a fare passi indietro. In realtà, noi abbiamo fatto azioni vigorose anche nei confronti di alcune compagnie aeree, attraverso contenziosi e cause avviate da tempo. È chiaro che Iata gode di una posizione di privilegio e dominante che, di fatto, preclude il confronto. Mi auguro che i colleghi spagnoli possano essere ascoltati; comunque sia una reazione l’hanno provocata. Sappiamo tutti che Iata è governata dai vettori che fanno il bello e cattivo tempo. Noi continueremo a richiedere il dialogo, sempre».

Cosa c’è in agenda per l’autunno?
«Abbiamo in mente di organizzare una Conferenza di sistema, un’ipotesi di lavoro che possa promuovere e favorire un dialogo interno alla categoria che presenta varie figure e vari interessi. Abbiamo, poi, in programma un congresso per la seconda metà di ottobre ad Ankara, in Turchia, oltre alla partecipazione attiva alle principali fiere turistiche di riferimento. Infine, stiamo programmando una serie di corsi di formazione che siano ritagliati sulle reali esigenze delle agenzie di viaggi. Percorsi tarati sulle necessità attuali delle adv, promuovendo anche formazione in azienda».

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Andrea Lovelock
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