Valtur licenza tutti. E il Mise frena sullo spezzatino

29 Marzo 07:00 2018 Stampa questo articolo

Al ministero dello Sviluppo economico la soluzione spezzatino per Valtur non piace. L’incontro di mercoledì al Mise alla presenza dei rappresentati dell’azienda e delle parti sindacali, per verificare lo stato di avanzamento del concordato preventivo liquidatorio chiesto da Investindustrial di Andrea Bonomi, non è stato di certo l’ultimo, né quello decisivo. Ma qualche punto fermo l’ha messo. «L’indicazione del governo è di procedere a una soluzione complessiva, tenuto conto del fatto che allo stesso ministero sono almeno 6 le proposte di acquisto arrivate sia da Gruppi italiani, che stranieri. Senza contare che lo stesso presidente di Valtur, Andrea Foschi, ha detto di avere ricevuto altre manifestazioni di interesse», dice Luca De Zolt di Filcams Cgil nazionale.

Nel frattempo, la strada per i lavoratori Valtur è ancora più in salita. È stata avviata, infatti, la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti, di cui 108 a tempo indeterminato e 123 a tempo determinato.

È ormai chiaro, dunque, che un piano di ristrutturazione per il t.o. di Bonomi è solo un lontano ricordo. E appare certa è la volontà di stringere i tempi per il passaggio di mano dei villaggi ancora disponibili sul mercato. Soprattuto dopo l’annuncio di Cassa Depositi e Prestiti di avere raggiunto un accordo con Valtur per il rientro in portafoglio dei tre villaggi di proprietà (Marina di Ostuni, Marilleva e Pila, acquistati lo scorso novembre proprio dall’operatore guidato da Elena David).

Un’operazione che già all’epoca aveva suscitato non poche perplessità, visto che all’importo iniziale di 43,5 milioni di euro, si doveva aggiungere l’impegno di mettere in campo gli investimenti necessari a risanare gli asset immobiliari. In totale, altri 32,9 milioni, di cui 26,4 a carico di Cdp e i restanti 6,5 di Valtur. E sempre a proposito di questi villaggi, dalla conferenza stampa della stessa Cdp per la presentazione del bilancio 2017, è emersa anche l’apertura di un’asta per trovare un nuovo gestore, in particolare per la struttura pugliese. «L’estate è vicina – prosegue De Zolt – Una soluzione si deve trovare al più presto se si vuole far partire la stagione per quei villaggi retrocessi al liquidatore».

Che, in buona sostanza, sono tutti quelli presenti nei cataloghi Valtur della scorsa stagione, a cui vanno tolte però le strutture già ritornati nelle mani delle rispettive proprietà. Come il Tanka Village (poi passato alla gestione Alpitour), il Garden Toscana, il Novi Spa & Resort in Croazia e i tre di Cdp. Senza contare, naturalmente, anche i due asset di proprietà della vecchia Valtur della famiglia Patti – Capo Rizzuto e Favignana – entrambi diventati oggetto dell’asta fallimentare dello scorso 13 marzo.

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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