Valtur, i piani di Pagliara: «Tre nuove aperture in vista»

Valtur, i piani di Pagliara: «Tre nuove aperture in vista»
13 Gennaio 10:31 2023 Stampa questo articolo

Tripletta in arrivo per Valtur. Dopo il roboante esordio del Cervinia Cristallo Ski Resort, oltre ai due nuovi resort a Mauritius e Zanzibar, il Gruppo Nicolaus si prepara a inaugurare nel 2024 due strutture in Puglia e una terza, sempre in Italia, l’anno successivo. Ancora nel segno dell’upscale, nuovo posizionamento perseguito dal brand con le linee Italian Lifestyle Collection ed Escape. Ad anticipare i progetti futuri è Giuseppe Pagliara, presidente del consiglio di amministrazione di Erregi, la holding che gestisce le attività del polo turistico di Ostuni. Lui, uomo di mare, le feste di Natale le ha trascorse a Cervinia. «A controllare, scrupoloso com’è, che ogni cosa fosse al suo posto», ci racconta chi ben lo conosce. In montagna, con lui, c’erano tutti: la moglie Filomena, il figlio, il fratello Roberto (presidente Nicolaus Tour, ndr) con la famiglia, gli amici più cari, finanche mamma Enza. Orgogliosa dei suoi ragazzi che dalla Puglia hanno conquistato le Alpi.

Soddisfatto del debutto del Cervinia?
«Assolutamente. Tra noi e la proprietà sono stati investiti 30 milioni di euro per ristrutturare lo storico Cristallo: un progetto titanico, un resort dentro il resort, con un 5 stelle e due dépendance 4 stelle. Abbiamo corso per 14 mesi e lo abbiamo inaugurato in tempo contro ogni aspettativa. Oggi, a vederlo concluso, posso dire che è addirittura meglio di come lo immaginavo. Una struttura complessa e completa, un format innovativo in una destinazione in crescita».

Quindi le feste le ha trascorse lì?
«Sì, con la famiglia e i migliori amici. C’era anche mia madre, a cui la struttura è piaciuta molto. Abbiamo corso con le moto da neve, fatto cene in baita, bevuto ottimo vino. Qualcuno ha sciato. Io no, non potevo rischiare di infortunarmi. Comunque ci siamo divertiti».

Una vacanza che, però, è stata anche lavoro.
«Senza dubbio. Ho passato molto tempo a osservare, a veder vivere un progetto studiato tanto a lungo. È stato un momento di grande soddisfazione».

È di queste ore l’allarme relativo all’assenza della neve sull’Appennino. Com’è la situazione “da voi” in Val d’Aosta?
«Ottimale. La neve c’è ed è tutta naturale. È una destinazione dove si scia 12 mesi l’anno, agosto compreso».

Lei che viene dal mare, ha imparato ad amare la montagna?
«Devo dire di sì. Ti restituisce una sensazione di benessere e tranquillità incomparabile. Il contatto con la natura è molto forte e si traduce in experience coinvolgenti come le cene in baita».

Con Cervinia avete inaugurato l’Italian Lifestyle Collection. Che sviluppi prevede per questa linea Valtur?
«Si tratta di una gamma upscale per cui già abbiamo in cantiere l’apertura di due nuove strutture: una, in Puglia, la inaugureremo ad aprile 2024; l’altra, sempre in Italia, nel 2025. Poi sono in corso una serie di negoziazioni, che presto potrebbero tradursi in qualcosa di concreto».

E sul fronte Escape che new entry ci saranno? 
«Siamo reduci dall’apertura di Mauritius e Zanzibar, quest’ultima con un partenza strepitosa: abbiamo fatto il pieno di prenotazioni sin dalle primissime settimane di dicembre. Questo è stato importante per tastare il polso del mercato. È un prodotto che non costa pochissimo, in assoluto oceano blu, che risponde alle richieste di una fascia di clienti medio-alta che non aveva finora un prodotto così adatto alle sue esigenze. È già previsto un opening Escape in Italia: si tratta di una masseria di lusso in Puglia che sarà aperta sempre nel 2024. Una struttura assolutamente sostenibile e di taglio esperenziale».

È tutto orientato al lusso. La fascia media che fine fa?
«Resta sempre un nostro target, che trova risposta nella linea resortistica Nicolaus Club e Valtur Resort».

L’obiettivo era raggiungere i 100 milioni di fatturato. Ce l’avete fatta?
«Ebbene sì. Chiuderemo il bilancio tra febbraio e marzo, dunque non sono in grado di dare numeri precisi, ma posso già dire che abbiamo oltrepassato i 100 milioni, superando i livelli pre Covid. È stato l’anno migliore di sempre anche in termini di Ebitda ed Ebit. Cresciamo anche come compagnia alberghiera: nel 2023 supereremo le 1.100 chiavi gestione diretta, per un totale di circa 2.600 camere, se si considerano anche le affiliazioni».

Dopo Valtur e Turchese, punta all’acquisizione di altri brand?
«No. Ora vogliamo sviluppare i format alberghieri, trainati dal nostro t.o., macchina che funziona molto bene a livello operativo e commerciale. Grazie alla multicanalità di Nicolaus possiamo garantire livelli di riempimento altissimi con adr (average daily rate) al di sopra dei budget. Ne abbiamo avuto prova anche a Cervinia, che nel periodo natalizio ha subito sfiorato il 90% di occupazione con ospiti di ben 49 nazionalità».

È tempo per Nicolaus di pensare alla quotazione in Borsa?
«In questo momento no».

Guardando al travel italiano, quali prospettive e criticità vede per il nuovo anno?
«Partiamo dalle cose belle: vedo una grande voglia di viaggiare; vedo un mercato che ha vinto la paura; vedo potenzialità da esprimere. Di contro, dovremo fare i conti con le incertezze a cui ormai siamo abituati: se è vero che la guerra è stata in parte metabolizzata, è altrettanto vero che abbiamo perso mercati importanti – come russi, ucraini e in generale quelli dell’Est Europa – e la situazione socio-economica globale è complessa. Le famiglie in difficoltà hanno priorità come la spesa, i libri e la salute, non i viaggi».

In più viaggiare costerà sempre di più…
«Ci sono incrementi fisiologici del +3-4% l’anno. Percentuale che quest’anno per noi sfiorerà il +10. E seppure si cerchi di lavorare sui prezzi della parte “land”, sui trasporti si può fare ben poco: il volato ha subito incredibili rincari. Ma in generale tutte le voci di costo sono aumentate e in parte ricadono sul prezzo finale. La clientela di fascia medio-alta è in grado si assorbire tali rincari, ma è sempre più selettiva. Se paga di più, bisogna restituirle sicurezza, qualità e servizi di ottimo livello. Non bisogna tradire le promesse. Anche perché, in un contesto del genere, è sempre più probabile che il prezzo basso equivalga a una truffa».

La speranza è che il governo supporti imprese e famiglie. Che ne pensa del nuovo ministro del Turismo, Daniela Santanchè?
«Mi sembra una donna molto operativa. Mi auguro che il governo dia il giusto peso al suo ministero e di conseguenza al turismo. Comunque ci siamo scambiati auguri e saluti. Ora l’aspetto a Cervinia, l’ho già invitata».

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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