Venezia, Fiavet sbotta sui limiti ai gruppi turistici

Venezia, Fiavet sbotta sui limiti ai gruppi turistici
05 Giugno 12:15 2024 Stampa questo articolo

A Venezia non bastavano le polemiche per il ticket anti overtourism da 5 euro. Al presidente di Fiavet ConfcommercioGiuseppe Ciminnisi, non è andata giù la modifica del Comune al regolamento di sicurezza, in base al quale i gruppi non potranno superare le 25 persone, la metà dei passeggeri di un pullman turistico. Il provvedimento, in vigore dal primo agosto, era già stato approvato il primo febbraio scorso dal Consiglio comunale e riguarda anche le isole di Murano, Burano e Torcello Sarà anche vietato l’uso di altoparlanti che possano generare confusione e disturbo.

«Un danno economico per agenzie di viaggi e tour operator – attacca Ciminnisi – Questa novità viene introdotta in alta stagione, quando ormai le prenotazioni e l’organizzazione dei tour, soprattutto di turisti internazionali, sono già precostituiti, con costi chiari e guide assegnate. La delibera dimostra la poca conoscenza del turismo organizzato».

Ciminnisi prende di petto l’amministrazione comunale, perché non ha dato ascolto alle associazioni di categoria prima di varare la norma. «Il nuovo provvedimento – prosegue – comporta l’utilizzo di due guide con un aumento di costi molto significativo e la limitazione dei tempi di percorrenza che impedisce ai turisti di godere delle bellezze della Serenissima».

Fiavet sottolinea che le guide autorizzate sono molto difficili da reperire e la delibera potrebbe sortire l’effetto opposto, cioè aumentare il lavoro non regolare. Inoltre, l’allungamento dei tempi – qualora una sola guida debba portare due gruppi da 25 persone di uno stesso pullman – non consentirebbe di attuare i programmi prestabiliti nel pacchetto, creando un’insolvenza che costringerebbe l’operatore al rimborso della escursione non usufruita.

Un bel ginepraio, insomma, anche se Ciminnisi precisa: «Non siamo contro il regolamento in sé, se fosse stato annunciato per il prossimo anno ne avremmo preso atto e ci saremmo organizzati. In alta stagione però sconvolge i piani di moltissime imprese del turismo organizzato. Senza dimenticare che si tratta di un modus operandi diffuso nel Paese, che considera il turismo una trascurabile entità economica. Muoviamo invece il 13% del Pil e per alcune città come Venezia rappresentiamo un introito ancora maggiore».

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