La giungla del trasporto aereo complica l’estate italiana

La giungla del trasporto aereo complica l’estate italiana
11 Aprile 10:00 2023 Stampa questo articolo

Sarà un’estate da record per tutto il turismo, anche italiano. Questa è (quasi) una certezza – un pizzico di scaramanzia è d’obbligo – ma le sfide che il trasporto aereo imporrà alla filiera sono complesse, soprattutto in Italia dove le ampie praterie “dei cieli” concesse negli anni ai vettori low cost stanno creando più di un grattacapo.

Tiene banco, su tutti, il tema delle altissime tariffe e delle rotte garantite verso Sicilia, Sardegna e sud Italia. «Più del 50% dei voli low cost e non solo sono venduti dalle agenzie e non sono accettabili le dichiarazioni di compagnie che non vogliono collaborare con la distribuzione – denuncia Franco Gattinoni, presidente di Fto – C’è la necessità di avere un interlocutore che ci dia garanzie sul prezzo giusto e sull’operativo nel rispetto reciproco e dei clienti. Al momento questo in Italia non avviene».

La richiesta di Gattinoni, non un nome nuovo nella diatriba tra agenzie e vettori low cost, è dettata dalla necessità di programmare. «Come facciamo a garantire e stimare il prezzo giusto di una vacanza se le tariffe dei voli sono schegge impazzite che passano da 50 a 500 euro? La politica low cost è troppo volatile per la destinazione Italia e sta provocando enormi problemi. Per non parlare delle prenotazioni sottodata o della continuità territoriale. Questa giungla danneggia tutti e mette in crisi la strategia turistica. Per questo faccio appello ai ministeri del Turismo, del Lavoro e dei Trasporti: ci vuole una regia che oggi non c’è».

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Per Gattinoni, infatti, è necessario anche un intervento normativo che “convinca” i «detentori di slot aerei a garantire che i voli non vengano cancellati e che si stabilisca una tolleranza di prezzo accettabile. A noi interessa la certezza dei voli e di tariffe giuste – conclude il presidente di Fto – È vero che i costi sono aumentati anche per i vettori, ma è giusto che si torni a una sana concorrenza e correttezza. A gennaio-febbraio vogliamo sapere su quali operativi possiamo contare per l’estate.

IL NODO SARDEGNA

All’appello di Gattinoni fa eco Massimo Diana, direttore commerciale di Ota Viaggi e già protagonista di un botta e risposta con la compagnia Volotea sulla quantità (e qualità) delle rotte per la Sardegna. «Da parte mia c’è sempre stata voglia di una discussione costruttiva che sappia coniugare le esigenze dei vettori che vogliono operare rotte profittevoli con le necessità di programmazione dei t.o. e i bisogni di trasporto pubblico».

Per Diana, inoltre, pesa la graduale ritirata della compagnia di bandiera (Ita o Alitalia) da alcune tratte domestiche servite con l’aiuto dello Stato. «Perché quelle rotte o scompaiono oppure vengono operate da compagnie aeree private che devono spingere in alto i prezzi per ritornare dell’investimento. Il supporto al servizio pubblico non va confuso con le perdite e i buchi di bilancio dell’ex Az», ricorda il manager.

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In ogni caso, proprio in Sardegna il trasporto aereo vive una dinamica complicata. «In generale i vettori faticano a rispondere alla domanda, tra carenza di personale e di aeromobili: quindi anche i charter non sono una via percorribile. Poi c’è la nostra specificità. Tra Roma, Milano e Cagliari quest’anno abbiamo un numero di posti a sedere molto inferiore rispetto al passato e una media dei prezzi di gran lunga superiore – rimarca Diana – t.o., agenzie, compagnie aeree si devono sedere a un tavolo per trovare la quadra. E aggiungo anche le istituzioni: ben venga il bando per la continuità territoriale in Sardegna previsto con affidamento per 2 anni; ma su alcune scelte la Regione avrebbe dovuto sentire prima il parere del turismo organizzato».

EZHAYA: «PROGRAMMARE È POSSIBILE»

A smorzare i toni, ma soprattuto a credere nella legge di mercato per superare gli ostacoli, interviene il presidente di Astoi Confindustria Viaggi, Pier Ezhaya. «Tutto il comparto aereo sta vivendo un momento difficile, ma con la giusta attitudine imprenditoriale e con una corretta visione di business programmare è possibile e molti nostri soci lo stanno facendo. È chiaro che oggi, però, l’offerta in Italia è meno plurale».

Anche perché la dinamica dei prezzi, secondo Ezhaya, è figlia dei costi lievitati a 360 gradi. «L’impatto inflattivo avrà effetti su tutte le destinazioni e su tutti i mezzi di trasporto, anche se è vero che le isole, come Sardegna e Sicilia, hanno meno alternative. Non vedo però effetti su domanda e offerta anche perché la magnitudo turistica delle due isole è molto resistente».

Sulla questione prezzi e programmazione, il giudizio di Ezahya è infatti più articolato. «Credo che il low cost sia un modello e non un prezzo. Spesso pensiamo che le tariffe di questi vettori costino sempre poco; ma se si analizza il prezzo medio per “ora volo” (comprensivo di ancillary) ci si rende conto che non è molto diverso dagli altri. L’instabilità dei voli è qualcosa di complesso che non può essere analizzato, quindi, solo in una matrice low cost/non low cost. Oggi mancano per tutti sia macchine sia equipaggi e questa è una conseguenza del Covid».

Per questo, il presidente di Astoi conferma che ancora per qualche mese occorre convivere con forme d’instabilità operativa. Ma in fin dei conti, Ezhaya, non vede una situazione disastrosa. «Oggi ci lamentiamo perché ci sono pochi voli o sono aumentati i prezzi, ma dobbiamo giocare con le “carte che sono uscite” e penso che sia proprio nelle difficoltà che emergono le qualità aziendali e le soluzioni più innovative».

L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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